Cronaca

“Meglio morta che lesbica”. 15enne picchiata e violentata dal padre: “Questo devi guardare, non le donne”

Prelevata da scuola, picchiata, rinchiusa nella sua cameretta e violentata dal padre. E’ il triste destino toccato a una ragazzina di 15 anni in provincia di Palermo. La sua colpa: quella di essere lesbica, coi genitori che l’hanno scoperta per caso a causa di un SMS. La ragazza – i fatti risalgono a 8 anni fa – oggi ha 23 anni e solo adesso ha trovato la forza di denunciare. A riportare la vicenda è La Repubblica.

“Meglio una figlia morta che lesbica” le avrebbe detto la madre, mentre il padre – in procinto di violentarla – avrebbe esclamato “Tu queste cose devi guardare, non le donne”.

“Ho tentato il suicidio tre volte – racconta la ragazza a La Repubblica – ma dopo l’ennesimo abuso sessuale sono scappata e li ho denunciati, ero appena diventa maggiorenne”.

I genitori sono accusati di maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori e confidano nell’omertà dei compaesani che li ha sempre coperti. Erano loro, infatti, ad avvertire i genitori quando la ragazzina provava a scappare di casa. I due orchi immediatamente correvano a picchiarla e a riportarla a casa.

“Mi tagliavo i capelli e vestivo maschile – prosegue nel racconto -. Quando hanno scoperto che ero lesbica, mi hanno picchiato in testa, sulle gambe, mi davano botte dappertutto”.

Dopo aver abusato di lei, come “atto dimostrativo” per farle capire come comportarsi, i due hanno mandato un sms identico a tutte le ragazze nella rubrica della giovane. “Buttana, lascia stare mia figlia” diceva il testo.

Ero ormai a un bivio – ammette la giovane – o la vita o la morte. E ho scelto di vivere e di denunciare i miei genitori”. Per qualche tempo è stata trasferita in una comunità protetta. “Adesso – afferma – è importante raccontare questa storia, perché tanta altre ragazze che vivono situazioni simili alla mia non si scoraggino, non pensino mai di farla finita. Racconto perché anche loro trovino il coraggio di denunciare”.

Leggi altre notizie su OggiScuola

Seguici su Facebook e Twitter

Articoli correlati

Back to top button