La storia di Nicoletta: “A 12 anni mi facevo le canne, a 14 l’eroina. Mi ha salvato la scuola”

“Mi sono sempre sentita sperduta, un pesce fuor d’acqua. E in questo non-senso l’unica posto dove mi sentivo qualcuno era la scuola”. A parlare è Nicoletta, una ragazza che come tanti altri studenti della sua età ha superato i tanto agognati esami di Stato. A raccontare la sua vicenda, una storia di tossicodipendenza, di lotta e di riscatto, è il quotidiano cattolico Avvenire.

Nicoletta e il tunnel della droga

Secondo quanto raccontato dalla protagonista, il suo approccio al mondo degli stupefacenti è iniziato prestissimo. A soli 12 anni le prime esperienze con la marijuana, a 13 i primi tiri di cocaina e a 14 le prime siringhe di eroina. Determinante per Nicoletta l’ingresso nella comunità di San Patrignano. “Pesavo 40 chili quando sono arrivata – racconta ad Avvenire – mi avevano preso per i capelli dopo l’ennesimo collasso”.

L’eroina, com’è noto, crea un tasso di assuefazione superiore ad altri tipi di droghe. L’effetto psicotropo di questa droga finisce per costituire lo status “normale” di chi ne fa uso, e le crisi d’astinenza si manifestano in maniera violenta e dolorosa sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Il riscatto

Era già stata in una comunità per minori, da cui era fuggita dandosi alla macchia tra l’Emilia e le Marche. Utilizzando ogni mezzo per poter acquistare la droga: spaccio, truffe e piccoli furti. Oltre alla comunità, è stata la scuola a influire sul suo percorso. “Quando ormai avevo già cominciato a farmi – racconta in riferimento al periodo delle medie – mi presentavo senza libri e senza giustificazioni. E il vicepreside, che mi voleva bene, mi prendeva, mi permetteva di stare seduta al mio banco”.

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