Opinioni

Riprendiamoci la nostra professionalità di docenti

Riacquistare la professionalità della figura del docente. Di questo si fa portavoce Marco Gaudino, insegnante e musicista. Pubblichiamo qui di seguito il suo ultimo articolo inviato alla nostra redazione.

Come si può fare a meno di non ricordare a tutti cosa vuol dire “figura docente”?

Essere docente non dovrebbe essere sinonimo di isola a scuola, eppure quante isole si vivono ogni giorno?

Dal difficile rapporto con alunni, genitori e dirigenti, le isole-docenti sono coloro che di fronte ai problemi degli altri colleghi girano le spalle o quanto meno trovano i sistemi per non averli nello stesso modo, o se li hanno li vivono senza la speranza di creare un gruppo compatto per risolverli.

Questo modus operandi ha portato negli anni, ovviamente rispetto al mio modo di vedere, a rendere la categoria del docente inetta agli occhi di alunni e genitori, ma non solo.

Come dovrebbe essere un docente che non vuole perdere il suo ruolo professionale?

Aperto ai problemi dei colleghi, compatto con la sua categoria nell’evitare che nelle scuole si possano instaurare dei tipi di dirigenza di stile dittatoriale o ci possa essere il sopravvento da parte dei genitori sulle scelte operative del corpo docente di una sezione su un determinato alunno.

Il docente professionale deve sapersi rapportare con tutti, evitare di chiudersi in delle congreghe, cercare di unire e non dividere.

Purtroppo, e ne sono convinto, se ci sono dei dirigenti che mettono orari assurdi per consigli o collegi, se molte famiglie e alunni mancano di rispetto il personale della scuola, le colpe vanno cercate soprattutto nella perdita della professionalità docente, mandata in pensione dai docenti stessi!

Se ci sono gli strumenti per denunciare e fermare tutti i tipi di situazioni che nelle scuole possono rasentare un futuro di atti vandalici da parte degli alunni quali futuri cittadini, l’esaurimento dei docenti a discapito della qualità dell’insegnamento scaturita da un cattivo modo di operare dirigenziale, la supremazia dei genitori su un tipo di educazione sbagliata dei propri figli, questi strumenti vanno assolutamente ripresi.

Dovrebbero essere gli RSU a vigilare su molte cose fatte male nella scuola, ma molti di essi salvaguardano se stessi!

Considerando molti episodi di cronaca, in questo articolo si rammenta che la scuola è una nave dove tutti dovrebbero essere responsabili della sua guida.

Purtroppo può capitare anche che sia proprio il buon docente democratico, ligio al dovere di non volersi chiudere in una sua isola a dover subire i danni di una scuola poco compatta, così tanto poco da dover soprassedere alle esigenze, spesso balorde, di dirigenti, alunni e genitori che del senso di cooperazione sociale nel corretto modus-operandi educativo della scuola pubblica non ne hanno per nulla il senso.

E allora come agire?

Si ritorni ad essere compatti, meno competitivi con i colleghi, meno lecchini con i dirigenti e soprattutto si insista su un tipo di metodologia di gruppo.

La scuola è fatta prima dai docenti che programmano, poi dagli alunni che la seguono, dai genitori che cooperano e infine dai dirigenti che la monitorano.

Riprendiamoci la nostra professionalità docente!!!

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