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Bussetti: “L’educazione civica passa dall’esempio degli insegnanti”. Poi viola il silenzio elettorale

Bussetti: “L’educazione civica passa dall’esempio degli insegnanti”. Poi viola il silenzio elettorale . Educazione civica come baluardo della nuova scuola, una scuola in cui la Lega crede tantissimo e su cui proprio il vicepremier Salvini batte continuamente. In più di un’occasione il ministro dell’Interno aveva, infatti, tirato in ballo l’inserimento della “nuova materia” per rispondere alle contestazioni di piazza delle ultime settimane.

Sulla stessa scia anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha più e più volte spiegato l’importanza dell’insegnare il senso civico ai ragazzi, per una società consapevole, più sicura, più giusta.

LE PAROLE DI BUSSETTI

“L’educazione civica passa anche dall’esempio che le nostre scuole danno agli studenti”. Cosi’ si era espresso a ‘Dentro i fatti con le tue domande’, su Sky TG24. “Sembra che non venga insegnata, ma noi abbiamo dei docenti molto bravi e molto preparati”.

Ma se di senso civico si parla, proprio oggi, giorno di voto e con l’incombenza del silenzio elettorale, il Ministro Bussetti non ha saputo trattenersi. Alle ore 13, infatti, ha pubblicato un post che ha suscitato non poche reazioni nel mondo della scuola.

Violando palesemente il silenzio imposto dalla legge del 1956, il Ministro ha remato un po’ contro se stesso e contro quei sani principi disposti dal senso civico. D’altronde il Ministro dell’Interno non ha mai smesso di postare e invitare al voto.

COSA DICE LA LEGGE DEL ’56

La legge disciplina, come noto, che “nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Ma anche la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda. Inoltre nei giorni destinati alla votazione è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali”. Nel 1956 non esistevano i social ma se è vero che questi rappresentano una piazza virtuale, forse non si può proprio parlare di falla della legge.

 

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