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Di Maio: “Autonomia scolastica? Più che dalla Lega sembra scritta dalla Lega Nord”

Di Maio: “Autonomia scolastica? Più che dalla Lega sembra scritta dalla Lega Nord”. “Va bene dare l’autonomia alla Lombardia e al Veneto ma non per creare una sanita’ o una scuola di serie C nelle altre regioni”. Luigi Di Maio lo ha detto a L’Aria che tira su La7. “Votare per noi significa anche rafforzare alcuni argini ad alcune derive che sono richiami della foresta della vecchia Lega”, ha aggiunto.

Dopo Di Maio parla Mila Spicola (Pd): autonomia differenziata da ridiscutere

“Per le Europee, il locale si scontra col globale perchè prosegue la pressione dei leghisti sulla cosiddetta “autonomia differenziata” riducendo un argomento costituzionale di importanza vitale a contrattazione “privatistica” tra potere politico e Regioni”.

Lo afferma Mila Spicola, candidata del Pd nelle Isole, già vicesegretaria del Pd in Sicilia e membro della segreteria con Martina segretario.

“Possono i siciliani opporsi alle legittime richieste di autonomia avanzate da altre Regioni? – continua Spicola – No, ma possiamo pretendere che a tale discussione si dia una veste parlamentare nazionale e una discussione che miri a un processo ordinato. Alcune Regioni chiedono di gestire in proprio ben 23 materie concorrenti e di trattenere il cosiddetto “residuo fiscale”.

Cioè una cospicua parte delle tasse da loro versate non andrebbero alla fiscalità generale per poi essere redistribuite dallo Stato per le singole materie di spesa alle Regioni e ai Comuni. Accade invece che, su molte materie, lo Stato nei confronti delle Regioni del Sud, è inadempiente e non supplisce. Non è assicurata al Sud già adesso quella che si definisce perequazione.

Per affrontare una discussione seria sull’autonomia differenziata – conclude Spicola – occorrerebbero: una discussione pubblica sui livelli essenziali di prestazione dovuti a ogni cittadino italiano; l’analisi approfondita delle materie coinvolte (siamo sicuri di voler regionalizzare materie fondamentali della coesione nazionale come scuola, sanità e assistenza sociale?); col regionalismo differenziato, al netto del possibile caos amministrativo, la mobilità degli utenti oggi tipica del settore sanitario rischia di allargarsi ad altre discipline, scuola, assistenza, e tendenzialmente a tutte e 23 le materie; dubbi fondati sulla classe dirigente del Sud che si sta facendo passare sopra la testa tutto, forse per andarsela a contrattare sottobanco”.

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