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La scuola: un campo di battaglia, ormai

Lottare da una vita intera con la voglia di educare ed infondere sapere, contro tutti: dirigenti despoti, genitori ignoranti, ragazzini troppo scanzonati.

Regali ore per pensare, progettare, spesso ci rimetti anche soldi e alla fine ti fanno sentire spesso fuori luogo.

Tutti e dico tutti possono non pagare per un lavoro fatto male, ma non un docente!!!

Un docente ci rimette la faccia, la società lo imputa a parassita se lavora male, mentre le altre categorie lavorative sono padrone del proprio operato o se sbagliano possono uscirsene tranquillamente.

I docenti sono vessati dagli alunni, bidelli, dirigenti e genitori.

Cosa dire poi quando c’è bisogno degli uffici del C.S.A?

Sono diventati luoghi troppo spesso frequentati dagli avvocati. In molte situazioni i contenziosi che si creano sono enormi, ma nessuno cerca di evitarli.
La scuola pubblica e i suoi dipendenti, dai bidelli ai dirigenti ad alcune categorie di docenti, hanno perso il senso del PUBBLICO, ci si sta consolidando in un tipo di scuola che tutto sembra fuorché quello.

Organi alti che non vigilano il lavoro dei dirigenti, dirigenti che infastidiscono e non supportano il lavoro dei docenti, un’utenza che tratta gli insegnanti come pezze da piedi.
Come fare per mantenere la passione per l’insegnamento?
Come non soccombere in certe situazioni che rasentano l’inverosimile?
Si arriva a 53 anni completamente privi di forze per reagire.

Sulla scuola pubblica si sentono solo chiacchiere e chiacchiere, ci sta un analfabetismo di ritorno pazzesco generato dal meccanismo di non bocciare o bocciare poco.
Spesso mi chiedo come sia possibile essere arrivati a questo stato di cose, dandomi una risposta che spesso sfugge a tutti noi e ovvero: il pesce puzza dalla testa.
Dove collocare questa testa che puzza?

Nei docenti?
Negli alunni?
Nei dirigenti?
Negli stipendi?
Nei segretari?
Nei collaboratori scolastici?
Nei genitori che non hanno saputo educare i propri figli?

Nel menefreghismo del dirigente scolastico medio che non vuole nessun tipo di problema personale, generandone troppi nei suoi dipendenti.
Nelle leggi dello Stato?
Si termina l’anno scolastico come sempre: un conto alto da pagare per chi si è impegnato al massimo.

Peccato, spesso mi dico!
Ritenta sarai più fortunato

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