Opinioni

Bocelli agli studenti: “Il bene vince sempre sul male”. Il bellissimo messaggio da leggere in tutte le classi

Le contraddizioni di Napoli si manifestano ad Andrea Bocelli nelle domande di due dei 700 ragazzi che affollano il teatro di San Carlo per parlare di passione, impegno, musica e arte.

LA DOMANDA DI STEFANO A BOCELLI

Il primo a parlare e’ Stefano, che da’ voce insieme alla madre a quell’intraprendenza tutta partenopea che a volte si declina anche come ‘arte di arrangiarsi’. Il ragazzo, che studia al liceo Margherita di Savoia, chiede all’artista che cosa ha provato la prima volta che e’ salito sul palcoscenico. “Le prime migliaia di volte …- gli risponde Bocelli – piu’ che emozione era terrore autentico, prima e anche durante la mia permanenza sul palcoscenico. Ma ero spinto dalla passione e alla fine questa prevaleva”.

Non passano molte domande, e il microfono finisce in mano alla madre di Stefano che chiede all’artista di ascoltare suo figlio cantare. Stefano a quel punto impugna il microfono e intona senza accompagnamento un breve brano. Diplomatico Bocelli: “Non ti mancano coraggio e spregiudicatezza, e non e’ poco”.

IL TURNO DI CARMELA

Quando arriva il turno di Carmela, che studia al liceo Vittorini, l’emozione della sedicenne sembra quasi impedirle di parlare. La sua domanda e’ complessa. “Vivo a Scampia, vado a scuola, canto e suono anche, ma trovo difficile superare la bruttezza del mondo. E’ complicato. Una sola bruttezza sopprime la bellezza in generale. Come possiamo fare?”.

“Il bene sta al male come costruire sta a distruggere – ragiona Bocelli – distruggere e’ facilissimo. Ma se siamo arrivati dalla bicicletta alle astronavi, abbiamo costruito tanto. Nonostante il fracasso che il male fa, il mondo e’ andato avanti. Il bene e’ infinitamente superiore al male e coloro che combattono e fanno il bene, fanno il loro dovere, in silenzio sono tanti. Io ti invito a venire da me, ti voglio incontrare, ti ascoltero’ e magari cantero’ anche con te”.

Carmela non sa con che fiato dire “grazie”. Lei canta nel coro della chiesa solo da 3 anni e le hanno detto che ha la voce di un soprano, ma continua a studiare con profitto, dice una delle insegnanti, Rita. I suoi compagni di classe la abbracciano mentre piange per l’emozione.

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