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Scuola, in Lombardia la carenza di docenti è cronica: i sindacati denunciano le difficoltà dei vincitori dei concorsi

La scuola lombarda è in una situazione di emergenza per la mancanza di docenti, che compromette il normale inizio dell’anno scolastico. I sindacati hanno fornito dei dati allarmanti: in Lombardia ci sono 15 mila cattedre vacanti, di cui 6.300 solo a Milano. Le cattedre scoperte riguardano tutti gli ordini e gradi di scuola, ma soprattutto le classi di concorso scientifiche, il sostegno e la scuola primaria.

I concorsi banditi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito non sono bastati a risolvere il problema, perché le assunzioni a tempo indeterminato autorizzate sono solo 11.500, inferiori al fabbisogno regionale. Inoltre, molti vincitori dei concorsi non possono accettare il posto assegnato per motivi familiari o trasferimenti troppo lontani. La scadenza per comunicare l’accettazione è fissata per il 17 agosto, ma già si registrano rinunce e disdette.

Dopo quella data, le cattedre rimaste scoperte saranno coperte da supplenze annuali, ma ciò non basta a garantire la stabilità e la qualità dell’offerta formativa. L’ufficio scolastico regionale potrebbe valutare ulteriori scorrimenti, ma alla fine si arriverà alle graduatorie di istituto e solo successivamente alle Mad (messa a disposizione). Il rischio è che le graduatorie si esauriscano per far fronte alle richieste di quest’anno.

I sindacati chiedono una riflessione sul sistema di reclutamento e suggeriscono la possibilità di concorsi straordinari per trovare nuovi candidati e colmare le lacune del personale docente. Il presidente dell’associazione dei presidi di Milano e Monza, Mauro Zeni, attribuisce il problema alla normativa che non tutela la vera ragione sociale della scuola, ovvero gli studenti. Le continue migrazioni di personale creano instabilità e difficoltà per le istituzioni scolastiche, che si ritrovano spesso a dipendere dalle graduatorie.

La situazione della scuola lombarda è quindi critica e richiede interventi urgenti e strutturali per garantire il diritto allo studio e la qualità dell’istruzione.

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