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Scuola, Scarpellino (FederIstruzione). “Sfida urgente dell’istruzione: Combattere la piaga della violenza nelle scuole”

La violenza nella scuola è un fenomeno che non accenna a diminuire, anzi sembra assumere sempre più forme e modalità preoccupanti. Tra le vittime più esposte ci sono i docenti, che devono affrontare quotidianamente situazioni di aggressione verbale e fisica da parte di alunni e genitori. Un problema che spesso viene sottovalutato o nascosto dalle stesse istituzioni scolastiche, che temono di perdere la propria immagine e autonomia.

La violenza contro i docenti: dati e testimonianze

Secondo il rapporto dell’UNICEF del 2018, metà degli studenti fra i 13 e i 15 anni nel mondo hanno riferito di aver subito violenza da parte dei loro coetanei a scuola e fuori. Ma non solo: anche i docenti sono bersaglio di atti violenti da parte degli studenti o dei loro familiari. Secondo una ricerca della Fondazione Agnelli del 2019, il 13% dei docenti italiani ha subito aggressioni fisiche o minacce nel corso della propria carriera. Il fenomeno è più diffuso nelle scuole secondarie di secondo grado (18%) rispetto a quelle di primo grado (9%) e a quelle primarie (6%). Le regioni più colpite sono il Lazio (18%), la Campania (17%) e la Sicilia (16%).

Le testimonianze dei docenti sono drammatiche e raccontano di episodi di bullismo, insulti, spintoni, calci, pugni, lancio di oggetti, morsi, graffi, sputi. Ma anche di minacce di morte, tentativi di strangolamento, aggressioni con armi bianche o da fuoco. Senza contare le intimidazioni e le violenze subite fuori dalla scuola o sui social network. Alcuni casi hanno avuto una risonanza mediatica nazionale, come quello della professoressa aggredita da un alunno con un coltello a Milano nel 2018 o quello del professore picchiato da un genitore a Roma nel 2019. Ma molti altri restano nell’ombra o vengono minimizzati dalle autorità scolastiche.

Le cause e le conseguenze della violenza contro i docenti

Le cause della violenza contro i docenti sono molteplici e complesse. Tra queste ci sono:

  • la crisi dell’autorità educativa e del ruolo sociale del docente;
  • la mancanza di rispetto per le regole e per il valore della conoscenza;
  • la scarsa collaborazione tra famiglia e scuola;
  • il disagio sociale ed esistenziale dei giovani;
  • l’influenza negativa dei media e dei modelli culturali violenti;
  • la carenza di risorse economiche e umane nelle scuole;
  • la mancanza di formazione specifica dei docenti sulle strategie di prevenzione e gestione dei conflitti.

Le conseguenze della violenza contro i docenti sono gravi sia per gli insegnanti che per gli alunni. I docenti subiscono danni fisici e psicologici, che possono compromettere la loro salute e la loro professionalità. Molti insegnanti soffrono di stress, ansia, depressione, burnout, sindrome post-traumatica. Alcuni decidono di cambiare scuola o addirittura di abbandonare la professione. Gli alunni invece rischiano di perdere fiducia nella scuola come luogo di crescita e apprendimento, di sviluppare atteggiamenti antisociali e di compromettere il proprio futuro.

Le possibili soluzioni per contrastare la violenza contro i docenti

Per contrastare la violenza contro i docenti è necessario un intervento multidimensionale e condiviso tra tutti gli attori coinvolti: scuola, famiglia, istituzioni, società civile. Alcune possibili soluzioni sono:

  • rafforzare il ruolo dei docenti, valorizzando le loro competenze e la loro professionalità;
  • promuovere una cultura del rispetto e della legalità tra gli alunni, attraverso percorsi di educazione civica e di cittadinanza attiva;
  • coinvolgere le famiglie nella vita scolastica, favorendo il dialogo e la collaborazione con i docenti;
  • prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo, attivando protocolli di intervento e di sostegno alle vittime;
  • garantire la sicurezza nelle scuole, dotandole di adeguati sistemi di sorveglianza e di personale qualificato;
  • denunciare i casi di violenza contro i docenti, senza nasconderli o minimizzarli, e attivare le opportune sanzioni disciplinari e penali.
Le esperienze positive di prevenzione della violenza

Nonostante il quadro preoccupante, esistono anche esperienze positive di prevenzione della violenza nelle scuole, che coinvolgono studenti, docenti, famiglie e associazioni. Alcuni esempi sono:

  • il progetto Youth For Love, promosso da ActionAid in quattro paesi europei (Italia, Grecia, Belgio e Romania), che ha sviluppato un programma educativo integrato nelle scuole superiori per sensibilizzare i giovani sui temi della violenza di genere e del bullismo, attraverso percorsi di empowerment, formazione e co-progettazione;
  • il progetto Dieci azioni per combattere la violenza di genere nelle scuole, lanciato da Save the Children in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ha proposto una serie di raccomandazioni per promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza tra i sessi nelle scuole;
  • il progetto Youth for love, il webgame contro la violenza nelle scuole, realizzato da Alley Oop in collaborazione con ActionAid, che ha creato un gioco online interattivo per far riflettere i ragazzi sulle dinamiche relazionali e sui rischi della violenza.

Queste iniziative dimostrano che è possibile educare alla non violenza fin dall’infanzia, stimolando la consapevolezza, il dialogo e la partecipazione dei giovani. La scuola può essere un luogo di prevenzione e contrasto alla violenza, se sostenuta da tutti gli attori sociali.

La violenza contro i docenti è un fenomeno grave e diffuso, che mina la qualità dell’istruzione e il benessere della comunità scolastica. Per affrontarlo è necessario un impegno collettivo e una responsabilità condivisa. La scuola non può essere lasciata sola a gestire questo problema, ma deve essere sostenuta da tutti gli attori sociali. Solo così si potrà garantire il diritto allo studio e alla formazione dei giovani e il rispetto per il lavoro e la dignità dei docenti.

Il Segretario Generale FederIstruzione

Antonio Scarpellino

 

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