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Aldo D. Ficara: La scuola dovrebbe querelare Facebook, Twitter e Tik Tok

Aldo D. Ficara: La scuola dovrebbe querelare Facebook, Twitter e Tik Tok

L’algoritmo sui social network è quell’insieme di fattori che decide quali post mostrare e a quali persone, decretando in questo modo il successo o l’insuccesso di una strategia. I dati che compongono gli algoritmi social si evolvono ed aggiornano in continuazione. Al crescere della consapevolezza del ruolo degli algoritmi, diminuisce la fiducia nei loro confronti e cresce la volontà di ricavarsi maggiore autonomia dalla loro influenza.

Le nuove generazioni, gli adolescenti che frequentano le scuole secondarie di secondo grado non hanno piena consapevolezza del ruolo che esercitano queste intelligenze artificiali sui loro comportamenti. Non sempre comprendono come siano proprio gli algoritmi ad amplificare la visibilità social delle loro “ bravate scolastiche “.

Dall’altra parte gli insegnanti impegnati nella discussione su come riformulare il patto educativo con le famiglie, trascurano il loro nemico principale: l’algoritmo che gestisce il social. Insomma ci troviamo al cospetto di un nuovo digital divide, che rende possibili tutti gli episodi di bullismo dal basso di cui sono piene le cronache dei giornali.

Per questo motivo la scuola dovrebbe querelare Facebook, Twitter e Tik Tok. Diciamo che il divario algoritmico sta sostituendo il classico tema del digital divide. Nel passato, gli esperti di tecnologia si sono preoccupati del divario tra chi aveva accesso a internet e chi invece restava tagliato fuori.

Oggi con la diffusione dei dispositivi digitali, questo divario non riguarda più l’accesso, ma come le persone gestiscono il sovraccarico informativo e la pletora di decisioni algoritmiche che permeano ogni aspetto delle nostre vite.

Proprio questo divario algoritmico è la principale causa della distruzione delle relazioni umane tra docenti e discenti all’interno delle scuole. Una catastrofe sociale, strettamente legata all’educazione e alla trasmissione del sapere, di cui qualcuno ( le multinazionali che hanno costruito queste intelligenze artificiali ) dovrà assumersi le responsabilità.

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