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Covid, prof e Ata senza vaccino a casa senza stipendio

Allentamento restrizioni Covid anche a scuola. Tutto ritorna alla normalità? Non secondo alcuni sindacati, come Anief. Così Marcello Pacifico, presidente nazionale di Associazione nazionale insegnanti e formatori: “La normalità non sarà raggiunta fino a quando non sarà permesso a tutto il personale di essere presente sul posto di lavoro: la differenza tra vaccinati e non vaccinati, che pure per gli studenti, è una discriminazione”.

Covid e scuola

Pacifico ricorda che “per il Tribunale di Padova questo è in contrasto con la direttiva UE. E per il Tar Lombardia è incostituzionale la sospensione dall’ordine professionale. Come per il Tribunale di Catania è incostituzionale la mancata corresponsione dell’assegno alimentare. Veramente il Governo vuole prorogare al 31 dicembre per il personale sanitario e al 15 giugno per il personale scolastico una norma che sarà scrutinata per i suoi diversi profili di illegittimità dalla Corte di giustizia europea e dalla Corte costituzionale. Noi, come Anief, ci saremo in questa battaglia, per avere giustizia per i 10 mila insegnanti, amministrativi, educatori sospesi”, conclude il leader dell’Anief, l’unico sindacato che ha denunciato al Tar l’illegittimità dell’uso della certificazione “verde” nell’ambito lavorativo della scuola.

Il Contratto scuola

E ora questione contratto scuola. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief spiega la situazione: “Aumentano i prezzi al consumo e l’inflazione, anche in maniera incredibile a causa della guerra, purtroppo il contratto non è solo scaduto da tre anni ma ha registrato un aumento dell’inflazione superiore ai 6 punti percentuali. Abbiamo chiesto al ministro dell’Università, Cristina Messa, e dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, di inviare finalmente l’atto di indirizzo” per avviare subito dopo la trattativa con le organizzazioni sindacali.

Pacifico sottolinea come questa situazione vada risolta subito: “il personale scolastico ha bisogno di ricevere almeno questi arretrati, i famosi 105 euro. La decorrenza giuridica del rinnovo è fissata a partire dal primo gennaio di quest’anno. Così l’intesa riconosce anche gli arretrati contrattuali medi, per il periodo 2019-2021, pari a circa 1.800 euro. Dopodiché il governo è evidente che deve stanziare nuove risorse. Perché siamo lontani ancora dal recupero del costo della vita così come è cresciuto negli ultimi 10 anni”.

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