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Scuola: dall’accoglienza alla cittadinanza europea

Cosa cambierà con l’ingresso di tanti studenti ucraini nella scuola italiana? Secondo il prof. Andrea Canonico, si passerà “dalla  scuola dell’accoglienza alla formazione del concetto di cittadinanza europea”. In una mail arrivata ad OgggiScuola, ecco il parere del prof.

La scuola italiana

“Il mondo della scuola italiana ed europea in questi giorni e’ impegnato a predisporre tutti gli interventi educativi e l’attenzione necessaria all’accoglienza dei ragazzi/e  provenienti dalla martoriata ucraina. Nonche’ alla facilitazione della loro integrazione nel nuovo contesto. A tal fine il Ministero dell’Istruzione ha stanziato 1 milione di euro per l’accoglienza e altri venti per il supporto psicologico alle istituzioni scolastiche coinvolte in tali attività di iniziale mediazione linguistica e socio-culturale.

In ottemperanza a quanto disposto dalla legge n.234/2021 e dalla nota prot. n. 9584 dell’otto marzo 2022. tali problematiche(accoglienza-inclusivita’-integrazione scolastica) hanno una loro specificita’ storico-legislativa a partire dal decreto l.vo 286/’98 e dal documento “la via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri”dell’ottobre 2007. In tale orizzonte pedagogico, la funzione riformatrice della didattica  non solo opera in una prospettiva interculturale ma anche tendente ad “assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola,occasione privilegiata di apertura  a tutte  le differenze”.

Alla luce di quanto prospettato, ovvero intercultura e integrazione scolastica  in contesti di flussi migratori, non possiamo non costruire un percorso formativo-educativo fondato sulla didattica di cittadinanza europea. Nell’ottica della unione europea ormai si dovrebbe parlare soltanto di semplice educazione alla convivenza civile, incentrata sul rispetto delle fondamentali regole universalistiche intorno a cui si costituisce la democrazia” planetaria”. Citando il compianto padre E.Balducci: tolleranza, rispetto della diversità, libera concorrenza, pari dignità delle opzioni ideali, partecipazione produttiva alla vita sociale. La scuola in particolare rappresenta in se’ un contesto di singole cittadinanze. Che possono cooperare, ma solo a condizione che sia curato l’apprendimento di competenze sociali per esprimere le cittadinanze stesse con adeguata consapevolezza. La centralità della cittadinanza europea ,nel sistema educativo,nelle pratiche della formazione non e’ trascurabile. Perchè deve precedere e connettersi all’assunzione di responsabilità nella vita sociale e civica.

La riflessione

La riflessione culturale e scientifica oggi non può non configurare  una scuola che,tra le sue priorità, preveda di :

a)” insegnare a diventare cittadino”(E.Morin);

b) offrire un riferimento disciplinare e pedagogico per meglio comprendere categorie—identita’ e appartenenza—nella loro significanza oggettiva e nelle intricate percezioni individuali e collettive;

c)rendere disponibile in formazioni  per la ricerca di scambi culturali ,conoscenza di realtà scolastiche europee in orizzonti culturali molto complessi. In tale scenario,le nuove cittadinanze europee fanno perno sui valori universali della solidarietà e lealtà, quali funzioni legittimanti  della convivenza democratica. Gradualmente coltivati in tutti gli stati dell’unione europea. Pertanto noi tutti siamo impegnati, in una scuola innovata,alla formazione di ragazzi europei di culture diverse. Capaci di essere i veri protagonisti del cambiamento, in una dimensione planetaria.

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