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“No a prof ‘regionalizzati’ e scuole senza insegnanti”

Il “no” Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, è duplice. No a prof “regionalizzati”, ma occorre anche evitare che “le scuole stiano 4-5 mesi insegnanti“. E sull’Autonomia scolastica dice: “Lo dico al governo e ad alcuni colleghi: evitiamo muri contro muri, perché tra tutto e niente è bene cominciare a portare a casa qualcosa”. E attende poi che il ministro Mariastella Gelmini “ci chiami a discutere”.

L’autonomia: scuole e prof

“Spero, con questo Governo, prima della fine della legislatura in Emilia-Romagna, di vedere che almeno un po’ di autonomia ci viene concessa. Perché fa bene alla regione e ai territori, ci impegna e responsabilizza”. E “sono pronto a valutare la legge quadro senza sentirmi in difetto perché altri Governi avevano detto che saremmo arrivati a una intesa. Se l’Emilia-Romagna corre un po’ di più aiuta a correre di più il paese”.

L’Emilia Romagna

Tra l’altro, racconta nel salotto di Patrizia Finucci Gallo all’hotel Majestic di Bologna, “ho letto sul Mattino di Padova che se l’autonomia si farà è più probabile che sia quella dell’Emilia-Romagna più che di Lombardia e Veneto”. Pertanto è giusta la scelta dell’Emilia-Romagna di non chiedere l’autonomia per 23 materie? “E consiglio di evitare di chiederle perché non gliele daranno mai. Sulla scuola ho capito da Gelmini che non è materia contrattabile”. All’Emilia-Romagna il ‘potere’ di fissare il fabbisogno di docenti “per evitare che i nostri studenti si trovino per quattro-cinque mesi senza prof”.

Bonaccini ricorda che la proposta di autonomia dell’Emilia-Romagna è stata scritta “assieme” a parti sociali, sindaci e presidenti di Provincia e senza voti contrari in Consiglio regionale. Dunque pronti anche ad avere un euro “in meno” da Roma su materie delegate, ma certi “che spenderemmo meglio”.

 

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