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“Preferisco la scuola alla Dad”, i ragazzi si raccontano

Preferiamo la scuola in presenza. Avere l’obbligo la mattina di alzarci, lavarci, sistemarci e correre a scuola. Arrivare in aula, salutare i compagni, fare due chiacchiere sui compiti, sui nostri interessi, sui prof. E poi salutare anche loro, confrontarci, fare una domanda senza aver paura che cada la connessione, che il pc si guasti o che non si senta l’audio. Parola agli studenti.

Dad vs presenza

Basti pensare alla partenza. A scuola si arriva, ci si sistema, si scambiano due parole con i compagni. In Dad si verifica la connessione, si fa l’appello spesso “a puntate”, perché non tutti riescono a rispondere in tempo. Perché magari quel giorno il wi-fi non funziona e la connessione è lenta. Nell’intervallo a scuola si fa merenda insieme, ci si confronta sulle lezioni o su altro, si socializza con questo o con quello dell’altra classe. In Dad chattata veloce e poi di nuovo soli davanti al pc. Niente ritorno a casa insieme, niente chiacchiere fuori scuola, niente di niente. E allora – dicono gli studenti – ben venga la sveglia che ci porta nel mondo reale ogni mattina. Questo il pensiero diffuso di molti alunni, da poco tornati alla scuola in presenza. Ma con la spada d Damocle di una possibile forma di Dad a settembre in casi estremi. Che decisamente non pare ben accetta.

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