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“Terrore in classe e frasi shock”, indagata maestra elementare: gravi accuse

Le “persone offese” sono 21 bimbi di una scuola elementare.

TORINO. Insulti, minacce, angherie. Andare a scuola, per i bimbi, era diventato un incubo. “Siete dei c…”, “siete peggio dei disabili”, “vi prendo a calci in c… così forte che vi spezzo l’osso sacro”.

E poi le spinte, gli strattoni, i rimproveri terribili per mancanze di poco conto, le umiliazioni. C’è chi ad esempio ha dovuto mangiare per forza un cibo non gradito fino a vomitare, chi non ha potuto andare in bagno e se l’è fatta addosso.

Questo lo scenario tratteggiato dalla procura di Torino nel procedimento contro Laura P., 47 anni, insegnante alle primarie, accusata di maltrattamenti.

Non è la prima volta che la donna finisce sotto inchiesta.

Nel 2011 e nel 2016 i procedimenti erano terminati con l’archiviazione. Questo nuovo fascicolo è approdato al giro di boa dell’avviso di chiusura indagini, l’atto che, nella sostanza, annuncia l’intenzione degli inquirenti di chiedere il rinvio a giudizio.

Laura P. – scrive Giornale del Trentino – fu messa agli arresti domiciliari dalla polizia municipale nell’aprile del 2019. Solo pochi mesi prima, a dicembre, aveva pubblicato su Facebook uno sfogo da cui trapelava quanto fosse consapevole della tempesta in arrivo: “Persone ignobili mi stanno calunniando e descrivendo come un mostro”.

La difesa ha sempre parlato di severità d’altri tempi e di metodi educativi forse un po’ rigorosi ma che mai, nella carriera della maestra, hanno sconfinato nel terreno del codice penale.

Il pm Giulia Rizzo è di parere diverso e, nel lungo capo d’accusa, snocciola un episodio dopo l’altro. Il caso, per esempio, della bimba che, non avendo il permesso di andare in bagno, evacuò sul pavimento e fu costretta a pulire con la carta igienica al grido “non pensare che io raccolga le tue schifezze”;

o del bimbo che fu buttato fuori di classe per un’ora perché gli tremavano le mani. Dislessia o intolleranze alimentari conclamate non erano un freno.

Ora sono 21 i piccoli alunni che sono considerati “persone offese”.

I fatti al vaglio del procedimento coprono un arco di tempo che va dal 2014, in un periodo in cui la maestra insegnava alla Alvaro-Gobetti, al 2018, quando era in servizio alla Leone Sinigaglia. I vertici di questo istituto scolastico sono finiti nei guai.

A novembre un rappresentante dei genitori segnalò i comportamenti dell’insegnante.

Tuttavia nessuno prese provvedimenti: adesso per la direttrice, la vicaria e il responsabile di plesso sono state formulate ipotesi di omissione di atti d’ufficio, omessa denuncia e anche di concorso in maltrattamenti perché “pur essendo venuti a conoscenza dei fatti” non ne “impedivano la prosecuzione”.

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