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Nuovo PEI, meno ore agli studenti con disabilità? Ciracì: “Non si adotti logica risparmio economico”

Le nuove modalità del Piano Educativo Individualizzato hanno creato malumori.

Con il decreto interministeriale 29 dicembre 2020, n. 182 il Ministero ha definito le nuove modalità

per l’assegnazione delle misure di sostegno, previste dal decreto legislativo 66/2017, e i modelli di

piano educativo individualizzato (PEI), da adottare da parte delle istituzioni scolastiche. Orizzonte

Scuola ha chiesto a Ernesto Ciracì, esperto in inclusione scolastica e presidente del MiSoS,

associazione nazionale docenti specializzati sul sostegno, di spiegare quali sono gli aspetti positivi del

Nuovo PEI e soprattuto le criticità.

Cosa ne pensa del Nuovo PEI su base ICF? Si tratta della scelta giusta per il nostro sistema

scolastico?

Sicuramente ritengo positivo l’introduzione dell’approcciobio-psicosociale dell’ICF, nell’ambito scolastico

che ci permette, indagando gli aspetti funzionali dell’alunno con disabilità, di andare incontro in modo

più preciso e coerente ai bisogni degli alunni valorizzando soprattutto le capacità, abilità, che

caratterizzano ciascun alunno.

Dal suo tono mi pare di capire che c’è un “ma…”. Conferma?

Si, purtroppo. Diverse sono le criticità che emergono, e che preoccupano sia i genitori dei nostri alunni

che i docenti specializzati sul sostegno: in primis il cambiamento dell’assegnazione e quantificazione

delle ore di sostegno che si sostituisce a quello attuale imperniato sulla gravità della condizione di

disabilità, secondo la legge 104/92. Con la nuova modalità, ci si baserà invece partendo, esclusivamente

al cosiddetto ‘debito di funzionamento’, rilevato nei vari domini/dimensioni previsti dall’ICF

(Classificazione Internazionale del Funzionamento).

Questo cosa comporterebbe quindi?

Attualmente siamo già di fronte a migliaia di ricorsi per vie giudiziarie, da parte dei genitori degli

alunni, per richiedere l’implementazione delle ore di sostegno che purtroppo vengono concesse sempre a

ribasso per meri motivi di economici. Tutto ciò provoca le celeberrime cattedre in deroga, quest’anno

oltre quota 70mila, che rappresentano l’antitesi alla continuità didattica e diritto allo studio per gli

studenti con disabilità. Detto ciò, non vorremmo che con il nuovo automatismo di assegnazioni delle ore

sul sostegno fossimo difronte ad ulteriori razionalizzazione delle risorse per mere ragioni di bilancio. Ciò

che spaventa maggiormente è come questa nuova impostazione di assegnazione delle ore di sostegno

non più in base alla certificazione clinica, (che di diritto per disabilità gravi art 3 comma 3 Legge 104/92

, il massimo delle copertura ore di sostegno) possa rappresentare un risparmio certo sul fabbisogno

relativo nei confronti degli alunni con disabilità, con una riduzione annuale di circa 5000 posti sul

sostegno e di conseguenza di docenti sul sostegno, come viene esplicitato nella relazione tecnica delle

Legge di Bilancio (art 165 comma 1 “Disposizioni in materia di personale scolastico”). Tutto ciò

ricadrebbe sulla qualità dell’offerta formativa che destiniamo agli alunni con bisogni educativi speciali

soprattutto a fronte di contesti classi numerosi le cosiddette “classi pollaio”. Rileviamo inoltre come

manchino ancora attualmente le linee guida del Ministero della Sanità, per la progettazione del profilo

di funzionamento propedeutico alla realizzazione del pei in ICF, pertanto sarà necessaria

un’omologazione nell’utilizzo dell’ICF tra Asl e scuole.

Non trova che i problemi legati all’assegnazione dei supplenti debba conciliarsi e armonizzarsi meglio con tutto il sistema di cui stiamo affrontando?

Visto che nelle linee guida, si sottolinea l’importanza dell’osservazione sistematica come presupposto imprescindibile per conoscere le potenzialità, bisogni degli alunni con disabilità, e visto che l’osservazione sistematica viene eseguita sin dal primo giorno di scuola, per almeno due-tre mesi, ci chiediamo come si potrà realizzare questo importante presupposto pedagogico, se non vengono nominati in tempo utile i supplenti. Basti pensare come solo quest’anno le ultime nomine sul sostegno sono avvenute addirittura ad inizio dicembre. Alla luce di queste criticità forse sarebbe stato il caso di proporre il Pei in Icf, per il prossimo anno a livello sperimentale per vagliare le criticità e positività in base al suo utilizzo.

Non pensa che sia necessaria anche una formazione mirata su queste tematiche?

Senza i pilastri imprescindibili dell’inclusione scolastica riguardanti in primis la formazione e poi la garanzia della continuità didattica per gli alunni con disabilità, purtroppo il Pei in Icf, difficilmente assume il valore di una svolta epocale nel ridefinire il contesto d’apprendimento, formativo ed educativo, in una cornice biopsicosociale come progetto di vita per i nostri alunni, questo perché poco è stato fatto sul fronte della continuità didattica e formazione. Proprio sulla formazione, mi chiedo: come fanno i supplenti non specializzati? Come possono accedere al Pei da un giorno all’altro?

Come si potrebbe tentare di appianare le criticità di cui stiamo parlando?

Se non vengono trasformate le cattedre in deroga, oltre 70mila quest’anno, con la conseguente stabilizzazione dei docenti specializzati sul sostegno, ci ritroveremo sempre quell’infinita Tele di Penelope che fa solo male ai nostri studenti.

 

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