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Transgender si toglie la vita in Francia e la scuola finisce sotto accusa

Si è impiccata in una camera di un centro di accoglienza. Aveva subito discriminazioni di genere e non solo

Sconcerto, rabbia, indignazione e scuola sotto accusa. Una transgender di 17 anni si è impiccata mercoledì scorso nella sua camera, in un centro di accoglienza. A scuola aveva subito delle discriminazioni e i suoi compagni l’ hanno voluta ricordare nel cortile del loro liceo, il Fenelon, nel centro di Lilla. Fouad, questo il nome della trasns nei mesi scorsi aveva cominciato a vestirsi da ragazza e qualche settimana fa si era presentata in gonna anche al liceo, scatenando le solite discriminazioni. Tanti – come racconta la Stampa –  hanno messo nel mirino sui social gli insegnanti della scuola.   I suoi compagni hanno voluto ricordarla e ribadire la verità: sottolineare quant’è difficile per il sistema scolastico e accettare una trans.

Secondo i suoi amici, «non era perseguitata, ma in preda a un malessere dovuto alla difficoltà di vivere in una società che non vuole evolvere». Vogliamo solo nuove regole per proteggere i trans anche a scuola». È venuto fuori che l’alunna era stata fermata nei corridoi del liceo da una responsabile dell’istituto. «Capisco il desiderio di essere te stesso – le aveva detto, filmata da un cellulare a sua insaputa -. Ma dobbiamo accompagnarti al meglio, perché qui ci sono sensibilità diverse, secondo l’età e l’educazione». Fouad aveva risposto: «Sono tutti loro che devono essere educati. Non capisco quale sia il problema. Non lo capirò mai». In seguito era stata autorizzata a ritornare a scuola vestita come voleva. Ma il disagio non si era esaurito. Anche perché Fouad non era solo una persona gioiosa.

Aveva una situazione familiare complicata. Di origini nordafricane, aveva sofferto di discriminazioni non solo di genere ma anche razziste all’interno della scuola e fuori. Secondo una sua amica Annabelle «soffriva di un dolore profondo che risale a molto tempo fa», probabilmente aggravato alla situazione che si era creata intorno alla sua identità, soprattutto a scuola. Intanto nel comunicare la morte di Fouad, ieri il provveditorato ha usato ancora il genere maschile. Mentre i suoi compagni la vogliono ricordare per quello che Fouad voleva essere o diventare, una donna.

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