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Tamaro, promuovere i negligenti è un fallimento! La scuola educhi, i genitori tacciano

Tamaro, promuovere i negligenti è un fallimento! La scuola educhi, i genitori tacciano

Susanna Tamaro è una scrittrice di grande successo, da sempre molto attenta ai problemi della scuola e dell’educazione. Temi a cui ha dedicato saggi e numerosi articoli. Come nel caso della sua ultima fatica: “Alzare lo sguardo. Il diritto di crescere, il dovere di educare”. Un testo che è una sorta di summa del tamaro pensiero su queste tematiche.

Per la scrittrice il centro dell’universo scuola, composto da docenti e allievi è divenuto via via sempre meno cogente. Troppe le pressioni esterne, in primis quelle dei genitori, ma anche dei politici, hanno falsato il sistema educativo.

Spiega la Tamaro sul Corriere: “… Ho diversi amici che insegnano negli istituti tecnici e i racconti che mi fanno sono per lo più desolanti. Malgrado l’impegno e l’amore che mettono nel loro lavoro, si sentono spesso circondati da un clima di fatale disfattismo. Una mia amica, scoprendo che gli studenti dell’ultimo anno giocavano a carte durante le sue lezioni, è andata a parlare col preside per capire come comportarsi. «Li lasci fare» si è sentita rispondere «tanto sono abituati così. E poi sono in quinta, quest’anno se ne andranno…». La solita tecnica dello scaricabarile: foglio di carta in mano e via. Non mi riguarda più.

Ma i ragazzi-peso, una volta scomparsi dall’orizzonte, dove vanno? Diventano per lo più ragazzi-zavorra. Zavorra buttata a mare. O meglio, ragazzi-risacca: si fanno trasportare dalla corrente perché nessuno ha mai dato loro importanza, e questa assenza di importanza — e dunque di peso — li rende incredibilmente leggeri. È una leggerezza ingannevole, la leggerezza del nulla saper fare, del nulla sperare, del nulla desiderare.

…Che cosa faranno, una volta diventati adulti, questi ragazzi da cui nessuno ha preteso niente, che nessuno ha mai davvero visto? A quali povertà li condanna la scuola del non-impegno e della promozione perpetua? La scuola che non ha mai messo davanti a loro gradini, ostacoli, asticelle da superare? Alla povertà economica, probabilmente, a quella sociale anche ma, più di ogni altra cosa, li condanna alla povertà umana, cioè alla totale sfiducia in loro stessi e nella propria capacità di affrontare e risolvere i problemi.

….Ma promuovere gli ignoranti e i negligenti, le persone che si preparano per un mestiere per cui non avranno la minima competenza è davvero un rendimento, o è piuttosto un fallimento? …Se si risvegliasse don Milani, che cosa direbbe della scuola di oggi? I «Gianni» che all’epoca venivano ripetutamente bocciati ora non incorrono più in quell’onta, in quello stigma sociale.

Tutti promossi, ma con una promozione che ha l’effetto di un boomerang. Colpisce e torna indietro lasciando a terra il corpo inerte. La parte importante del suo metodo — il lavorare insieme creando un sapere che nasce dalle domande, dunque maieutico — è stata rapidamente archiviata. Travisato e manipolato, è rimasto soltanto il diktat: non bocciare i Gianni! Senza che nessuno abbia mai alzato la mano per dire che in questo sistema le vittime sono proprio loro, i Gianni, costretti a rimanere tali per sempre, mentre gli odiati «Pierini», i ricchi, i privilegiati, continuano imperterriti per la loro strada.

Una strada fatta di sezioni migliori, di possibilità di ripetizioni, di scuole private, di soggiorni all’estero, di famiglie capaci di stimolarli, sottraendoli al giogo omogeneizzante imposto dai media”.

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