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Coronavirus, contagi al livello di maggio. Guerra: Con la riapertura della Scuola rischiamo il caos

Il numero dei contagiati cresce di giorno in giorno, inesorabilmente. Contemporaneamente si abbassa l’età media dei positivi al Covid, in alcune regione è addirittura di 30 anni. Dati che inducono al pessimismo e che per qualcuno dovrebbero servire a un ripensamento sulla riapertura della scuola. Soprattutto se il flusso dovesse continuare a mostrare la crescita costante degli ultimi giorni. Per gli esperti si è ritornati ai numeri di maggio, ma il pericolo di una seconda ondata con contagi superiori alle mille unità giornaliere sarebbe dietro l’angolo.

A lanciare l’allarme è Ranieri Guerra, del comitato tecnico scientifico, il quale ha voluto fare una fotografia chiara della situazione: “Arrivare a ridosso della riapertura delle scuole con un numero di casi che la renderebbero pericolosissima. Perché è matematico che la curva col ritorno in aula salirebbe ancora. Allora o azioniamo il freno o andiamo a sbattere”. Azionare il freno per Ranieri Guerra significa tornare a una condizione di alta attenzione con l’utilizzo di tutti i dispositivi di protezione e di igiene, dalle mascherine al disinfettante, passando per la distanza. “Faremmo ancora in tempo a tornare indietro, a cambiare marcia. Invece si vedono movide, affollamenti in spiaggia, giovani che tornano infetti dalle vacanze e spesso diffondono il contagio in famiglia. No, no va per niente bene”, ribadisce Ranieri Guerra.

Tuttavia, lo stesso comitato scientifico nelle ultime ore ha di fatto abbattuto il tabù del distanziamento per le scuole “per aiutare un’istituzione in difficoltà”. Quindi se non si può distanziare non si distanzia ma “sarà necessario assicurare la disponibilità e l’uso della mascherina”. Eppure, proprio su quei 100 centimetri si è costruita la politica italiana degli ultimi mesi e si è creato il caos treni nel primo weekend di agosto. Inevitabile la rabbia degli insegnanti e dei presidi, spiazzati dalle continue giravolte del governo che non sembrano avere un senso di logica. “Non c’è sicurezza, la scuola così non può e non deve ripartire. Per docenti e alunni bisogna avere più rispetto”, ha affermato una docente precaria di Roma a Repubblica. È proprio la sensazione di caos a spaventare maggiormente il corpo docente, quello maggiormente coinvolto nelle manovre: “Il rapporto insegnante-alunni resta 1 a 29, non sono stati ripristinati i certificati medici, non ci sono indicazioni certe. Al primo caso di infezione, si richiude tutto e buona notte”.

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