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I rientri dei prof al Sud monopolizzati dal “Popolo della 104”: senza legge non si torna a casa

È stato ormai ribattezzato il popolo della 104. È ormai La parole d’ordine degli insegnanti che vorrebbero tornare dove hanno lasciato famiglia e affetti. Alcuni ci sono riusciti, come gli 8mila prof che dal Nord a settembre torneranno al Sud. Molti altri stanno perdendo la speranza, come gli insegnanti che hanno fatto domanda verso le scuole primaria e dell’infanzia delle province di Caserta, Agrigento, Trapani, Palermo, Napoli.

Il popolo della 104

Da anni ormai, soprattutto in queste aree del Mezzogiorno ma non solo, i posti sono saldamente monopolizzati da soggetti muniti di certificato a valere sulla legge 104/92. La civilissima norma italiana che consente a soggetti in particolari condizioni di salute o che hanno parenti bisognosi di assistenza di avere la precedenza sugli altri. Una legge civilissima che è diventata in alcuni casi appannaggio di approfittatori e furbetti. Per farsi un’idea basta scorrere le cronache giudiziarie. I “docenti immobilizzati” sono pronti a scendere in piazza e hanno avviato una campagna di sensibilizzazione chiedendo incontri ai prefetti nelle varie province «perché – dicono – la situazione è diventata insostenibile». E, a guardar bene, chiamarlo popolo della 104 non è poi così un eufemismo.

I dati

A ben vedere qualcosa non torna e c’è chi auspica maggiori controlli sulle certificazioni e gli attestati. «Si faccia un protocollo con la Guardia di finanza» dice qualcuno. Le tabelle, elaborate dal coordinamento nazionale dei docenti immobilizzati, rivelano una situazione imbarazzante che poco interessa a molti forse perché i posti in ballo sono pochi. Per i trasferimenti di quest’anno (2020/2021) nella scuola primaria ad Agrigento su 14 posti disponibili la totalità è stata assegnata a chi aveva titoli di precedenza sugli altri (leggasi soprattutto 104). E lo stesso è avvenuto a Enna (disponibili 10 posti), Messina (40 posti), Palermo (39 posti), Siracusa (24 posti) e Trapani (17 posti). In pratica su un totale regionale di 247 posti l’82,5% (204) è andato a docenti che avevano un titolo di precedenza su tutti gli altri. Un vero e proprio popolo della 104.

Furbetti o necessità

«Così non c’è partita – dice Doriana D’Elia del coordinamento docenti immobilizzati -. Dalle tabelle si evince chiaramente l’incidenza cronica dell’utilizzo delle precedenze per avvalersi del trasferimento interprovinciale sia sui posti comuni che di sostegno. La situazione di docente di fuori sede a oggi è talmente critica, che persino i nuovi concorsi pongono il rischio di creare altri fuori sede ed esasperare animi già stremati. Per questo occorre ristabilire un ordine meritocratico nella scuola che vede la mobilità interprovinciale quale atto primario e prodromico rispetto ai titolari di nuova nomina».Un dato cronico che diventa ancora più evidente se si fa un raffronto con gli anni precedenti. Prendiamo Trapani. L’anno scorso su 37 posti disponibili nella scuola primaria la totalità è stata assegnata a docenti con precedenza e la stessa cosa è accaduta due anni fa mentre tre anni fa “solo” 10 posti su 11 disponibili sono stati assegnati a docenti con precedenza. Tutto ad appannaggio del popolo della 104.

Le altre province

Ma il popolo della 104 non vive soltanto in Sicilia. In Campania, in provincia di Caserta, il dato anche quest’anno è esplicito. Nella scuola dell’infanzia i 46 posti disponibili andati tutti a chi ha titoli di precedenza e la stessa cosa è avvenuta per i 12 posti del sostegno. Nella scuola primaria i 49 posti ancora assegnati a chi ha titoli di precedenza e così pure i 12 posti del sostegno. Una conferma rispetto a quanto avvenuto l’anno scorso. I 30 posti della scuola dell’infanzia assegnati a chi ha titoli di precedenza e anche i 64 posti della primaria hanno seguito questa strada. Napoli non arriva a tanto ma si batte bene: quest’anno su 167 posti della primaria sono 114 quelli andati a chi ha precedenza (il 68,26%), l’anno scorso su 197 posti disponibili sono 175 quelli andati a chi ha precedenza (l’88,83%). Dice Giovanni Di Lillo, presidente del movimento Docenti Caserta: «L’attribuzione di tutte le cattedre ai soli insegnanti con precedenze sul casertano vanifica ogni possibilità di rientro armai da anni. Dall’analisi dei dati si registra una percentuale altissima di precedenze che raggiunge il 100% in alcune province».

La Cgil

Un tema, quello della mobilità, ben chiaro. «Noi – dice il segretario regionale della Funziona pubblica Cgil in Sicilia Rizza – ci siamo costituiti parte civile ad Agrigento contro i furbetti della 104. Ma va anche aggiunto che la nostra regione si trova in una condizione decisamente peggiore rispetto a molte scuole del Centro-Nord. Bisogna creare i presupposti affinchè i siciliani e non solo possano avere maggiori possibilità di lavorare nella propria terra e allo stesso tempo consentire a tutti quei docenti “prigionieri” nelle scuole del Nord di ricongiungersi ai propri cari». Per ora tutti ostaggio del popolo della 104. Tra furbetti e chi, invece, ha realmente la necessità e il diritto di restare nella propria provincia.

 

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