Sindacati

“Da Azzolina bullismo ministeriale”. Perché i prof si fermeranno il 14 febbraio

“Sono in atto azioni di bullismo ministeriale, la ministra Azzolina fa la forte con i deboli”. È l’attacco dei sindacati contro il ministro dell’Istruzione. Due gli scioperi in programma per protestare contro il Miur: uno domani 14 febbraio e poi venerdì 17 marzo.

TUTTI IN PIAZZA

Nel mirino delle sigle sindacali il cosiddetto “salva-precari” – i cui bandi dovrebbero uscire a breve. Il clima è aspro. Il primo sciopero indetto dai sindacati di base (Adl Cobas, Cub-Sur, Sgb, Usi-Cit) accogliendo la richiesta dei coordinamenti dei precari autoconvocati è domani 14 febbraio. Il secondo, proclamato da Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti, il 17 marzo (ma la data potrebbe variare). Lo scontro è scoppiato con la rottura della trattativa in corso a fine gennaio su un punto centrale: le modalità del concorso straordinario. Uno snodo cruciale vista l’emergenza “supplentite” che quest’anno ha toccato livelli da record – 187.865 supplenze – e vista anche la raccomandazione dell’Unione europea – la seconda – a non reiterare contratti a termine nella scuola.

LA REPLICA

La posizione della ministra pentastellata Lucia Azzolina è netta: “Servono prove selettive”. I sindacati difendono chi già lavora, l’esperienza: “Non arriva una massa di ignoranti a scuola, basta con approcci ideologici”. Sarà ma ora i sindacati accusano la ministra di mettere in atto azioni di bullismo ministeriale contro i docenti. Il bando per il concorso straordinario deve uscire a breve ed è aperto a precari con almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, svolte tra il 2008/09 e l’anno scolastico 2019/20 su posto comune o di sostegno. Almeno un anno deve essere svolto per la materia (classe di concorso) per la quale si concorre alla cattedra di ruolo. La prova scritta è unica, varrà per l’80% rispetto ai titoli e i docenti non saranno agevolati dalla pubblicazione dei quesiti prima per esercitarsi. Si tratta di 80 quesiti a risposta multipla a cui rispondere in 80 minuti di tempo. La procedura per il ruolo verrà bandita per 24mila posti, solo per le classi di concorso e per le Regioni con posti vacanti. La procedura solo per abilitare i docenti non è invece stata avviata.

LA CONFERENZA

Le cinque sigle sindacali (Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda) oggi in conferenza stampa hanno spiegato le ragioni della rottura. Con tutte le richieste che il Miur non ha concesso: l’avvio della della procedura abilitante per i docenti aventi titolo, un sistema permanente di abilitazione all’insegnamento, ma soprattutto la rimodulazione delle modalità del concorso straordinario. In altre parole, sì alla formazione permanente, no alla ‘batteria dei test’. Una modalità che serve “solo a sfoltire la rosa dei candidati e non a certificare il merito”. Quello che i sindacati chiedono è “la valorizzazione del servizio prestato. Da valutare con più peso rispetto al punteggio della prova e la validità del servizio sul sostegno, anche senza titolo, per partecipare al concorso su posto comune”. Inoltre viene chiesto che sia messa a disposizione la banca dati dei quesiti.

LA ROTTURA

I sindacati hanno quindi certificato la “profonda rottura delle relazioni sindacali” con la ministra dell’Istruzione che “sbattendoci la porta in faccia” ha messo in atto “un’azione di bullismo ministeriale”. “Abbiamo fatto un appello alla ministra affinché dedicasse un’attenzione particolare a un settore che conosce bene, ma da parte sua non c’è alcuna volontà di governare con una politica partecipativa”. Così la segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi. Ribadisce Francesco Sinopoli, segretario della Flc-Cgil: “La qualità di chi insegna in cattedra non si basa sulla batteria dei test ma solo sulla formazione. Quella di Azzolina è una propaganda che noi conosciamo bene e che negli anni non ha portato benefici a nessuno e noi siamo sorpresi che venga riproposta adesso”.

GLI ALTRI CASI APERTI

Oltre allo straordinario, altri due concorsi sono in arrivo: uno ordinario per medie e superiori, quindi il bando per l’infanzia e la primaria. E poi c’è il problema delle segreterie scolastiche prive di direttori: ad oggi sono oltre tremila i posti da direttore dei servizi generali ed amministrativi (Dsga) vacanti. Sono coperti da assistenti amministrativi facente funzione. Per loro si chiede di attivare una procedura straordinaria già prevista nell’intesa sottoscritta a palazzo Chigi dai sindacati per il riconoscimento al ruolo di Dsga. Ma Azzolina per ora non ha accolto nessuna delle richieste. Per i sindacati si tratta di bullismo ministeriale e sono pronti a scendere in piazza.

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