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Scuola primaria. Arriva l’ora di arabo per i bambini italiani. Lega: “Uso inopportuno di soldi pubblici”

“Oggi a scuola ho imparato a scrivere il mio nome in arabo”. La frase, riportata dal quotidiano ‘Il Giorno’, a prima vista innocente, pronunciata da un’alunna della seconda elementare di Cernusco sul Naviglio (Milano), scatena in realtà un putiferio politico. Tutto per colpa della lezione pagata con fondi gestiti dal Comune a trazione Pd e affidata a un insegnante madrelingua, con lo scopo di aiutare l’inserimento di una piccola di origini egiziane.

La Lega: “Spreco di soldi pubblici”

Contro il corso-lampo di arabo è la Lega: “Qui non sono gli arabi che imparano l’italiano, ma il contrario: è un mondo che va alla rovescia”, attacca la consigliera d’opposizione Paola Malcangio. Per l’amministrazione comunale la spesa si aggira (per quattro ore di impegno) intorno ai 120 euro.

Si tratta di “un intervento che non rientra nei casi di mediazione culturale, cui sono destinati i soldi pubblici, è urgente una spiegazione”, prosegue Malcancio. Secondo cui “il denaro serve ad aiutare chi arriva a integrarsi e a sostenere ragazzini che hanno forti difficoltà linguistiche. Questa operazione improvvisata non rientra in nessuno dei due casi, la piccola di origini egiziane per cui è stata organizzata è nata qui e parla benissimo italiano”. Parole che saranno ripetute nell’interpellanza che farà sbarcare il caso in aula e che ha sollevato un polverone, scaturito dalla segnalazione di alcuni genitori.

Una vicenda simile si era verificata a San Felice sul Panaro (Modena) nel mese di Gennaio. Una scuola primaria locale, infatti, aveva deciso di ospitare lezioni di arabo e Islam per i ragazzi delle elementari e delle medie, da tenersi di domenica. Anche in quel caso era scattata la polemica da parte dei partiti di centrodestra rappresentati nell’amministrazione comunale.

Arabo e Islam a scuola

Occorre precisare che, per quanto concerne il dato linguistico, l’arabo è anche la lingua di più di 10 milioni di cristiani sparsi per il Medio Oriente. In particolare tra Siria, Libano, Egitto e Iraq. Il collegamento tra l’arabo e l’Islam – una religione praticata in gran parte da popolazioni non arabofone – non è quindi così immediato. Anche i cristiani arabofoni, tanto per capirci, usano la parola “Allah” per riferirsi a Dio.

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