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Troisi: “La scuola? Mi ha rovinato l’adolescenza. Se hanno dato il diploma a uno come me, qualcosa non va”

“A niente”, risponde Massimo Troisi all’intervistatrice che gli chiede a cosa gli sia servito il percorso scolastico e l’agognato diploma da geometra. “E’ servito a rovinarmi la vita da adolescente” prosegue l’attore di San Giorgio a Cremano, di cui ricorre oggi il 25esimo anniversario dalla morte.

Troisi e la scuola: un rapporto conflittuale

E’ il 1988. A rispondere alle domande della giornalista c’è un Troisi ormai grande, consacrato al successo da pellicole come “Ricomincio da tre” (1981), “Scusate il ritardo”(1983) e “Non ci resta che piangere” (1984). Sollecitato dalla domanda sulla sua formazione scolastica, l’attore partenopeo – nato a San Giorgio il 19 febbraio 1953 – non riesce ad essere comico. Eppure, la sua storia parla chiaro, per Troisi la comicità è sempre stata qualcosa di spontaneo, non di artefatto. Un gesto, un’espressione del viso, un’esclamazione ed era fatta: comicità allo stato puro e cristallino.

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“Mio padre voleva a tutti i costi questo diploma – spiega malinconico il cineasta – Io c’aggio miso dieci anni per pigliarmelo”. Biascicando nell’inconfondibile italo-napoletano, Troisi prosegue: “Non mi vergogno a dirlo. Il problema non era nè l’italiano, nè la matematica. Il problema era che non ci andavo proprio a scuola. E non andandoci, non ho avuto modo di capire dov’erano le mie deficienze”.

Un diploma immeritato

Nel suo breve ma intenso ricordo della scuola, Troisi conclude con una nota amara. Che lancia interrogativi e riflessioni attuali ancora oggi. “Alla fine me lo hanno proprio regalato il diploma. E qua vengono fuori tutte le piaghe dell’istruzione italiana, perchè se hanno dato il diploma a uno come me vuol dire che c’è qualcosa che non va”.

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