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Bocciature: “Le opinioni degli studiosi sono poco utili, solo noi docenti abbiamo dati e riscontri reali”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera della docente Rita Cupelloni
Esistono situazioni concrete, ad esempio mancata frequenza scolastica dovuta a vari motivi, nelle quali questo ormai diffuso ” obbligo di promozione” arreca un grave danno al minore.
L’obiettivo non deve essere , come troppo spesso succede, di natura ” numerica” burocratica o di apparenza “gradevole”, pubblicitaria,  da sovrapporre alle realtà scolastiche.

LE COMPONENTI

Tutte le componenti vanno considerate. Impossibilità a raggiungere con percorsi personalizzati i non frequentanti, l’impossibilità ad ottenere di potersi avvalere di supporti per l’assistenza sociale, quali i tutors domiciliari. Perché anche se i docenti segnalano necessità non si riesce mai a dare seguito efficace alle segnalazioni. L’ impossibilità di ore di potenziamento e di compresenza di docenti in classe per seguire individualmente alunni le rare volte che frequentano. Perciò le opinioni di studiosi,  benché apprezzabili nelle teorie e nei corsi o pubblicazioni di cui noi docenti fruiamo volentieri, spesso con impegno economico personale o, da quando c’è,  con il “bonus insegnanti ” , alla prova delle situazioni concrete hanno ben poca utilità.  Non solo, contribuiscono addirittura ad impedire soluzioni efficaci e  consolidano i danni.

LA FLESSIBILITÀ

Quello che invece sarebbe utile in certe situazioni particolari sarebbe  “la flessibilità “. Concetto di moda per altri versanti, con la possibilità decisionale per le scuole di dare più tempo a chi ne ha bisogno, di poter far ripercorrere un’annualità scolastica a chi ne trarrebbe beneficio, per iter personale di maturazione. E per sistematicità esperienziale nelle attività di apprendimento.
Attualmente la tendenza è promuovere comunque, senza poi garantire però i mezzi , il personale, i tempi, i supporti extrascolastici necessari per mettere a frutto la prosecuzione scolastica del minore nella classe . Promuovere per evitare recriminazioni, ricorsi, scontenti ecc., insomma promuovere per ” quieto vivere”.

NOI DOCENTI

Da quello che molti di noi docenti siamo costretti a constatare. Malgrado i nostri sforzi organizzativi. E’  che le conseguenze per il minore sono deprecabili: avviene un accumulo di lacune e problematiche che si accentuano da un anno all’altro , con esiti finali nella scuola dell’ obbligo non conformi alla mission formativa . Per comprendere bene questo fenomeno e delineare le soluzioni possibili, solo i docenti , a diretto contatto quotidiano con le problematiche individuali e di contesto, sono in grado di fornire dati e riscontri reali.
Le opinioni degli studiosi, francamente , benché apprezzabili in teoria, non concorrono a risolvere bensì aggravano gli ostacoli risolutivi. Diffondendo false aspettative e interpretazioni fuorvianti nell’utenza.
Rita Cupelloni, docente

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