Opinioni

“Non credo più nella scuola”, lo sfogo di un prof costretto dal ds ad alzare i voti agli studenti

Scuola. Una maestra, lettrice di OggiScuola, ha segnalato alla nostra redazione lo sfogo di un collega all’interno del gruppo Facebook Professione Insegnante. Come mostra lo screen inviatoci dalla maestra e che abbiamo oscurato per ragioni di privacy, il docente lamenta due questione.

In primo luogo il costante atteggiamento volto a sminuire una materia come l’educazione fisica. In secondo luogo, dato ancor più grave, l’obbligo da parte del dirigente scolastico ad alzare immotivatamente il voto di un alunno per non creargli dispiacere.

Il post è chiarissimo. Nel primo caso e dunque per ciò che concerne l’insegnamento dell’educazione fisica, il docente titolare della materia si è visto praticamente modificare ed alzare i voti per non influire negativamente sul resto del profitto. Nel secondo caso, invece, ci si riferisce ad un caso specifico. “Per il dirigente – scrive il prof – un alunno non può peggiorare rispetto al primo trimestre: un alunno al primo periodo dell’anno aveva sette sia in matematiche che in fisica. Effettivamente lo meritava, si è impegnato tanto. Al secondo trimestre no. Ha iniziato a dare fastidio, non si è minimamente impegnato o interessato. Ha conseguito la media del 3.8 visto che i suoi attributi precedenti non ho alzato a 4. Io non seguo la media aritmetica. Il dirigente cosa ci ha obbligato a fare? Alzare il voto da tre a sette, perché altrimenti l’alunno rimaneva male con il voto abbassato. Questo è vergognoso. Io non credo più nella scuola italiana”.

UN FATTO PER NULLA NUOVO A SCUOLA

Purtroppo, quanto raccontato dall’insegnante in questo lungo post, non è affatto una novità. Anzi, si tratta di una “pratica” assolutamente illegale, ma che nelle scuole si verifica troppo spesso. Così si va a svilire ulteriormente il ruolo dell’insegnante, ma soprattutto non si influisce positivamente sulla crescita dello studente che si ritroverà un sette senza sapere come. Pur sapendo di non aver studiato, pur essendo a conoscenza del fatto che fare confusione in classe, penalizza, avrà comunque un buon voto. Per la gioia sua, del preside, di mamma e papà. Ma non per il futuro della scuola e della futura classe dirigente.

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