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Dal Teatro Grande di Pompei un’occasione di crescita e formazione per giovani e territorio: dalla storia costruiamo il futuro

L'intervista di OggiScuola al direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel

Dal Teatro Grande di Pompei un’occasione di crescita e formazione per giovani e territorio: dalla storia costruiamo il futuro

Un confronto a cuore aperto con il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, sul progetto

formativo e culturale “Sogno di Volare” e sul rapporto tra arte ed educazione

Direttore, che rapporto c’è tra l’Arte e l’educazione?

“A mio avviso, il nucleo fondante dell’arte non si può insegnare ma solo sperimentare in prima persona creando

così uno spazio per l’immaginazione e la creatività. Nella scuola spesso questo “spazio” non c’è poiché si va

subito alle spiegazioni, ai dati e si tende a riprodurre meccanicamente.

Spesso i nostri figli imparano a memoria e viene lasciato poco spazio alla dimensione artistica e creativa”.

Ci può raccontare, in che modo il vostro progetto sta creando questo “spazio” per gli studenti del territorio?

“Abbiamo avvicinato i giovani all’arte e alla cultura generando innanzitutto un legame emotivo esperienziale con il sito archeologico di Pompei.

Abbiamo stimolato gli studenti coinvolti ad essere parte attiva della creazione artistico-culturale e non semplici recipienti passivi da riempire.

Le spiegazioni, la storia, gli stili, le date… tutto ciò viene dopo e sono stati gli stessi giovani a richiederle, a desiderare di conoscere, approfondire, scoprire.”

Senza dubbio, il teatro è un veicolo di educazione, una strada per imparare e crescere come persone in consapevolezza, autostima e conoscenza.

Il teatro ha avuto un impatto trasformativo per i ragazzi.

Quando ho visto per la prima volta lo spettacolo mi sono emozionato, non immaginavo questi risultati. Vedere studenti con storie e situazioni familiari così difficili alle spalle, acquisire questa padronanza di sé, dello spazio e fare propria la storia… mi ha riempito di soddisfazione.

Parliamo di situazioni veramente complicate: da chi a 17 anni stava diventando già padre, a chi deve aiutare la famiglia per problemi economici e sociali o più frequentemente rischia la dispersione scolastica.

E sono proprio questi i ragazzi che ci interessano di più, su cui vogliamo puntare per innescare un riscatto sociale.

L’amore per il teatro sta diventando per alcuni anche una professione, abbiamo alcuni ragazzi che sono stati scritturati dal Teatro Mercadante, uno dei partner del progetto.

Il teatro è una cosa seria e il pubblico paga per assistere agli spettacoli.

I ragazzi si preparano per essere attori e lo spettacolo non è un saggio, per questo bisogna pagare.

Quest’anno abbiamo avuto il tutto esaurito, 1500 posti sold out”.

Come sono stati coinvolti gli studenti?

“I ragazzi coinvolti, tra i 15 e i 17 anni, sono stati circa 80 il primo anno e oltre i 100 quest’anno. Sono stati selezionati su base volontaria e provengono da alcune scuole superiori del territorio (Liceo “Pascal” di Pompei, Istituto Superiore “E. Pantaleo” di Torre del Greco e per il secondo anno il liceo “de Chirico” di Torre Annunziata e l’Istituto Superiore “R. Elia” di Castellammare di Stabia).

Il coinvolgimento è stato pieno nel senso che gli studenti hanno contribuito attivamente anche attraverso la riscrittura partecipata dei copioni delle commedie. Il primo anno hanno portato in scena la commedia “Uccelli” di Aristofane, commediografo greco del V secolo a.c. Quest’anno invece, il 27 e 28 maggio scorso, hanno rappresentato “Acarnesi Stop the war!” sempre di Aristofane.

La formazione e la regia è affidata a Marco Martinelli, accompagnato dalle musiche di Ambrogio Sparagna e da disegno luci di Vincent Longuemare, professionisti di fama internazionale.

Il regista è la persona giusta al posto giusto, sa appassionare e coinvolgere in pieno i ragazzi, è dotato di un’empatia e di una sensibilità tali da toccare il cuore dei giovani.

Marco Martinelli ha maturato tante esperienze di lavoro teatrale con gli adolescenti, con premi e riconoscimenti a livello internazionale. In Campania in particolare Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad Arrevuoto, un progetto dell’allora Teatro Stabile di Napoli, per il quale ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”.

Partendo dalla realtà che vivono, e attraverso la riscrittura collaborativa del copione, i giovani attori rappresentano quindi la società che vorrebbero vivere. Si sentono liberi di volare…, di esprimersi nella loro essenza più profonda”.

Tutto il percorso dalle prime prove alla messa in scena è stato infine documentato dal Giffoni Film festival attraverso un docufilm (di cui pubblichiamo un breve trailer).

Che impatto c’è stato sul territorio?

“Gli spettacoli teatrali hanno riavvicinato i cittadini di Pompei e dell’hinterland al sito archeologico, patrimonio Unesco, visitato ogni anno da milioni di persone da tutto il mondo e paradossalmente lontano anni luce dal territorio circostante, preso dai problemi atavici: delinquenza, disoccupazione, analfabetismo, abbandono scolastico.

Sito archeologico e città appaiono come due entità diverse che non si incrociano mai, ora invece è nato un dialogo, un confronto… le famiglie, anche le più lontane per retroterra socioculturale, sono venute al teatro e hanno scoperto con stupore l’incanto del sito archeologico.

Potremmo dire che il teatro si è incarnato nella polis.

La compagnia teatrale “Sogno di Volare” si è esibita anche a Ravenna, Bologna e l’anno prossimo probabilmente a Milano; gli studenti diventano così anche ambasciatori e contribuiscono a cambiare in meglio l’immagine del proprio territorio, la loro stessa percezione e quella delle loro famiglie”.

Ci racconta come è nato il progetto?

Un giorno mi è venuta quest’intuizione poiché a mio avviso l’aspetto educativo e territoriale sono una priorità per lo sviluppo umano. Inizialmente, è stata dura far comprendere l’idea, il sogno dietro al progetto.

Piano piano abbiamo costruito il senso dell’iniziativa e la squadra di lavoro e dopo il primo anno lo scenario è cambiato e anche le istituzioni locali hanno compreso l’importanza del progetto per lo sviluppo del territorio.

Il progetto è partito nel 2021 e la prima rappresentazione è stata presentata a fine maggio 2022.

La produzione teatrale del Parco archeologico di Pompei è stata finanziata il primo anno attraverso il Grande Progetto Pompei/Unità Grande, dalla Direzione Generale dello Spettacolo del Ministero della Cultura e con la collaborazione con Ravenna Festival, Teatro delle Albe/Ravenna, Teatro di Napoli-Teatro Nazionale (Mercadante), e Giffoni Film Festival.

Fondamentale è stata la collaborazione sin dalla prima edizione con l’Ufficio regionale scolastico della Campania. Economicamente il progetto, sostenuto dal Parco di Pompei, comincia a camminare sulle proprie gambe: oltre a un contributo della Direzione Generale Spettacolo, una parte delle spese viene coperta da uno sponsor, American Express.

Come Parco, siamo tuttavia aperti ad altri sponsor locali che desiderano investire sui giovani”.

Il futuro?

“Il futuro sono loro, questi giovani, che crescono sotto ai nostri occhi, riscattano il proprio futuro e si riappropriano del patrimonio storico-archeologico che è sotto lo stesso cielo, rappresenta il passato da cui ripartire per costruire nuovi orizzonti socio-economici e culturali”.

Teresa La Marca

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