AperturaCopertinaDocentiNewsPRIMO PIANOULTIMEUncategorized

Insegnamento: ecco quando arriva il momento di cambiare

Insegnamento: ecco quando arriva il momento di cambiare

La cultura può salvare il mondo. Solo conoscendo i diversi aspetti che caratterizzano l’esistenza di ognuno di noi si può davvero agire concretamente durante la nostra vita per lavorare e, perché no, contribuire a fare qualcosa che possa lasciare il segno del nostro passaggio. 

E l’insegnamento ha un ruolo fondamentale in tutto ciò, ma non sempre questa attività consente a chi la porta avanti di poter vivere serenamente e con un buono stipendio.

Ecco, quindi, che molto spesso in Italia si ha il desiderio di cambiare percorso lavorativo dopo essere stati insegnanti.

Ma quali sono le vie alternative? Lo vedremo nelle prossime righe.

Insegnamento: il gioco non vale sempre la candela

Insegnare, quindi, è il sogno di molti studenti universitari che hanno come volontà quella di formare le generazioni di domani, insegnando loro tutto lo scibile umano.

Un obiettivo che spinge anche molti adulti a cambiare strada pur di provare a diventare maestri o professori.

È il caso di un ex ingegnere della Ferrari, che ha abbandonato la scuderia di Maranello per diventare insegnante, senza mai pentirsi della sua scelta. Il problema, però, è che questa storia rappresenta un’eccezione, in quanto sono davvero tanti gli insegnanti che dopo qualche anno iniziano a pensare di voler cambiare ruolo.

Questo perché nel nostro Paese il lavoro non è retribuito come dovrebbe, a differenza di altre nazioni europee, dove la figura dell’insegnante è considerata fondamentale nell’ambito della società.

Basti pensare che lo stipendio medio di un’insegnante tedesco è il doppio di quello percepito da uno italiano. Ma non è solo questione di soldi, bensì anche di benessere psicofisico. 

I professionisti del settore sono sempre più stressati a causa di riforme scolastiche che non soddisfano le richieste dei sindacati e di fondi che non arrivano mai a destinazione.

Alcune analisi, quindi, rivelano che 7 insegnanti su 10 hanno pensato almeno una volta nella loro vita di cambiare lavoro, anche per evitare il famigerato effetto burnout.

Alla luce di tutto ciò, quindi, molti decidono di voler cambiare lavoro. Se ci si ritrova nella stessa situazione, è possibile approfondire le modalità con cui farlo attraverso alcune guide online con diversi suggerimenti su come cambiare carriera.

In questo modo non ci si troverà impreparati nel momento in cui si deciderà di fare questo passo. Quindi la possibilità di intraprendere una via alternativa per un ormai ex insegnante c’è.

Basta riconvertire la propria professione in un qualcosa di simile a livello di competenze, ma del tutto diverso nella sostanza. Di seguito daremo alcuni esempi.

Ex insegnante: ecco le professioni alternative

Lasciare l’insegnamento non comporta, quindi, l’obbligo di trovare lavori completamente diversi, ma la possibilità di applicare le proprie conoscenze per ruoli in un certo senso simili a quello precedentemente coperto.

Un esempio è diventare tutor, ossia affiancare gli studenti nel loro percorso di studi, specialmente quelli che hanno qualche problema in più con determinate materie.

Da tutor si può lavorare sia tramite agenzia che intraprendendo una carriera da freelance. Ma chi ha lavorato nell’ambito dell’educazione sa portare avanti anche incarichi nell’ambito delle Risorse Umane, in particolare quando si tratta di reclutare, assumere e poi formare i nuovi dipendenti dell’azienda per cui si lavora.

Qui il ruolo dell’educatore è fondamentale per aiutare i neoassunti a comprendere le esigenze del proprio nuovo lavoro. 

Qualora, invece, nella scuola si lavorava nell’ambito dell’educazione fisica, si può pensare di intraprendere una carriera da personal trainer, in particolare nell’ambito della formazione a distanza, ossia online, in modo da avere più clienti da seguire contemporaneamente.

Il coaching in rete è piuttosto gettonato dagli ex insegnanti. Anche il consulente educativo è un ruolo che si può facilmente intraprendere se si ha alle spalle un background tipico dell’insegnamento, divenendo professionisti dell’educazione, sia sotto forma di consulenti autonomi che nell’ambito di ruoli a tempo indeterminato. 

Infine, se non si ha intenzione di abbandonare la scuola del tutto, si può sempre pensare di fare un salto di carriera, raggiungendo il grado di Dirigente Scolastico. Le responsabilità non saranno, però, da meno rispetto a quelle di un’insegnante attivo sul campo.

Qui, oggetto della valutazione non saranno solo e direttamente gli studenti ma professoresse, professori, maestre e maestri. Si dovranno organizzare i budget e decidere di prendere provvedimenti sugli alunni quando si riveli strettamente necessario, come nel caso di sospensioni od espulsioni.

Inoltre, compito fondamentale del Dirigente sarà quello di fare in modo che l’ambiente scolastico sia adatto all’apprendimento da parte degli iscritti. Insomma, le vie alternative sono davvero tante, basta saper scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.

Articoli correlati

Back to top button