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Lettera del ministro Valditara in occasione della Giornata della libertà. FLC CGIL: un atto contrario alla libertà dell’insegnamento e al senso della scuola

La lettera del ministro Valditara in occasione della Giornata della libertà

Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL: è un errore pedagogico, un atto contrario alla libertà dell’insegnamento e al senso della scuola

Spett.li Dirigenti delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione,

domani 9 novembre 2022 si celebra il “giorno della libertà”, in ricordo
dell’abbattimento del muro di Berlino, istituita con Legge 15 aprile 2005, n. 61. In questa
importante occasione di ripensamento della storia, ho ritenuto di scrivere la lettera
indirizzata agli studenti della scuola italiana, che trovate di seguito.

Colgo l’occasione per salutare ciascuno di Voi e tutto il personale delle vostre
scuole, che con fatica svolge l’arduo compito educativo di istruzione e formazione.

“Care ragazze e cari ragazzi,

la sera del 9 novembre del 1989 decine di migliaia di abitanti di Berlino Est attraversano i
valichi del Muro e si riversano nella parte occidentale della città: è l’evento simbolo del collasso del blocco
sovietico, della fine della Guerra Fredda e della riunificazione della Germania e dell’Europa. La caduta
del Muro, se pure non segna la fine del comunismo – al quale continua a richiamarsi ancora oggi, fra gli
altri paesi, la Repubblica Popolare Cinese – ne dimostra tuttavia l’esito drammaticamente fallimentare e
ne determina l’espulsione dal Vecchio Continente.

Il comunismo è stato uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo, nei diversi tempi e luoghi
ha assunto forme anche profondamente differenti, e minimizzarne o banalizzarne l’immenso impatto storico
sarebbe un grave errore intellettuale. Nasce come una grande utopia: il sogno di una rivoluzione radicale
che sradichi l’umanità dai suoi limiti storici e la proietti verso un futuro di uguaglianza, libertà, felicità
assolute e perfette. Che la proietti, insomma, verso il paradiso in terra. Ma là dove prevale si converte
inevitabilmente in un incubo altrettanto grande: la sua realizzazione concreta comporta ovunque
annientamento delle libertà individuali, persecuzioni, povertà, morte. Perché infatti l’utopia si realizzi
occorre che un potere assoluto sia esercitato senza alcuna pietà, e che tutto – umanità, giustizia, libertà,
verità – sia subordinato all’obiettivo rivoluzionario. Prendono così forma regimi tirannici spietati, capaci
di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare. La via
verso il paradiso in terra si lastrica di milioni di cadaveri. E si rivela drammaticamente vera l’intuizione
che Blaise Pascal aveva avuto due secoli e mezzo prima della Rivoluzione russa: «L’uomo non è né angelo
né bestia, e disgrazia vuole che chi vuol fare l’angelo fa la bestia».

Gli storici hanno molto studiato il comunismo e continueranno a studiarlo, cercando di restituire
con sempre maggiore precisione tutta la straordinaria complessità delle sue vicende. Ma da un punto di
vista civile e culturale il 9 novembre resterà una ricorrenza di primaria importanza per l’Europa: il
momento in cui finisce un tragico equivoco nel cui nome, per decenni, il continente è stato diviso e la sua
metà orientale soffocata dal dispotismo. Questa consapevolezza è ancora più attuale oggi, di fronte al
risorgere di aggressive nostalgie dell’impero sovietico e alle nuove minacce per la pace in Europa.
Il crollo del Muro di Berlino segna il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria. E non può
che essere, allora, una festa della nostra liberaldemocrazia. Un ordine politico e sociale imperfetto, pieno
com’è di contraddizioni, bisognoso ogni giorno di essere reinventato e ricostruito. E tuttavia, l’unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai
subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile.

Per tutto questo il Parlamento italiano ha istituito il 9 novembre la “Giornata della libertà”.
Su tutto questo io vi invito a riflettere e a discutere.”

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