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Bassetti promuove AstraZeneca, ma “il ministero faccia chiarezza: così è una follia”

Parla il direttore della clinica di Malattie infettive al San Martino di Genova.

Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive al San Martino di Genova, ha rilasciato un’intervista a Fabio Giuffrida per Open: “Mi sono scocciato di dover essere io il difensore dei vaccini anti-Covid. Dove sono le istituzioni? Se temono che il vaccino AstraZeneca possa avere effetti collaterali gravi, allora bisognerebbe avere il coraggio di limitarlo o stopparlo”.

Poi tuona: “Così non si può andare avanti, siamo davvero alla follia pura. C’è un ministero che dovrebbe rispondere, che dovrebbe tranquillizzare la gente e, invece, è diventato un gioco al massacro dove ogni giorno c’è qualcuno che fa piovere insulti su noi medici. Solo a me ne arrivano quotidianamente almeno 300. Ecco perché serve una posizione chiara del ministero: che ci mettessero la faccia! Lo Stato italiano, mi chiedo, vuole fare una vaccinazione seria? Oppure ogni giorno vogliamo andar dietro alla pancia di questo o dell’altro?”.

Bassetti promuove a pieni voti il vaccino AstraZeneca, visto che al momento non esistono dati sulla pericolosità del farmaco. I casi di trombosi in chi è vaccinato contro il Covid «sono uguali a quelli della popolazione non vaccinata», spiega.

Bassetti rifiuta però qualsiasi allarmismo: «Nessuno è qui a dire che non esistono effetti collaterali da vaccini o, più in generale, da farmaci. Però, cerchiamo di essere chiari. Ogni anno l’aspirina fa 3 mila morti, è accaduto persino da noi con un paziente. Quindi, se in questo caso abbiamo dei dubbi, allora bisognerebbe avere anche il coraggio di fermare le vaccinazioni con AstraZeneca trovando, però, un’alternativa».

Oggi il problema è con il vaccino di Oxford, domani potrebbe riguardare Johnson&Johnson: «Significa che tocca mettere sulla bilancia rischi e benefici e decidere sulla base di questo. Non è possibile che ogni giorno noi medici venivamo lasciati alla mercé di chi ci insulta. Ci scaricano addosso non solo le responsabilità ma anche l’arrabbiatura della gente».

In merito alle riaperture Bassetti è dalla parte di chi chiede un ritorno alla normalità in sicurezza. Sì dunque al ritorno di bar, ristoranti e palestre: «Chiuderle è servito a qualcosa? I contagi sono scesi? Ce lo dicano. A me non pare. Ora, passate queste due settimane, visto che la terza ondata si sta spegnendo, iniziamo a regolamentare in maniera diversa certe attività economiche. Si tratta solo di buonsenso: io preferisco vedere un ristorante ordinato che un lungomare, come quello di Genova, preso d’assalto da gente che, a terra, beveva il caffè preso, d’asporto, al bar. Perché si può fare il pic-nic ai giardinetti e non andare al ristorante? Questa è ipocrisia. Riapriamo ma con rigidi controlli. Tu apri ma, se sgarri, ti chiudo. Stesso discorso per le palestre, con orari differenziati e distanziamento».

“BASTA COL DARE LA COLPA AI GIOVANI”

 «La decisione di chiudere bar, ristoranti e palestre, nel momento in cui è stata presa, poteva anche andare bene. Ora no. Mi pare chiaro che queste misure sono state lasciate lì, non sono state cambiate perché nessuno si è voluto prendere il coraggio di riaprire. E la smettano di dire che la colpa è dei giovani, della movida o degli sportivi che corrono al parco. Insomma del capro espiatorio di turno. Non è affatto così».

Secondo Bassetti a far circolare il virus «sono stati i trasporti, il lavoro, i contatti familiari e ospedalieri. Basta con questo atteggiamento persecutorio verso alcune categorie. Basta dire che i giovani sono cattivi e gli anziani buoni. Non ci sono buoni e cattivi in questa pandemia».

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