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Melania, maestra all’ospedale oncologico: “Così insegno ai miei alunni a lottare per la vita”

“I bambini e le loro famiglie affrontano una situazione destabilizzante e drammatica. Li aiutiamo prima di tutto ad affrontare l’impatto con la malattia e con l’angoscia di morte che inevitabilmente li accompagna”. A parlare è Melania Scarabottini, maestra della scuola dell’ospedale oncologico Santa Maria della Misericordia di Perugia.

E’ una missione particolare, quella di Melania. Una maestra come tante che però ha il compito di insegnare in una classe tutta speciale. Un luogo in cui i bambini, di fronte al dramma della malattia, si pongono e pongono a lei domande difficili sul senso della loro condizione: “Perchè proprio a me, maestra?”. Ogni tanto, poi, capita che uno di loro voli via, portato in cielo dalla malattia.

La maestra Melania: premiata per l’impegno civile

Eppure c’è tanto amore, ottimismo e voglia di fare nel lavoro della maestra Melania, insignita di recente del premio “Umbria in rosa”, assegnato alle donne che eccellono nelle loro professioni e nell’impegno sociale. I suoi alunni hanno età che vanno dai 5 ai 18 anni. “Abbiamo anche un plesso in Pediatria – spiega – É capitato anche di aver fatto esami di Stato all’interno del reparto”.

Il lavoro di Melania funziona in coordinamento con l’ordinamento scolastico ordinario. “Insieme alle classi di appartenenza – spiega la maestra – programmiamo il loro percorso scolastico per la continuità nella formazione. Il percorso di guarigione è lungo, dura almeno un paio d’anni ed è giusto che i ragazzi non perdano la scuola”.

La formazione continua

“Avevo una specializzazione sull’insegnamento ai bambini con handicap e sono counselor” precisa l’insegnante. “Il mio dirigente scolastico ha costruito la scuola in ospedale e io ho fatto questo percorso con loro, che continuo anche grazie al mio dirigente attuale, Fabio Gallina”.

“E’ una esperienza grandissima – prosegue – di una grandissima ricchezza. Ogni giorno scopro quale resilienza abbia l’animo umano. Vedo genitori che si mettono al servizio dei figli e superano difficoltà che prima sembravano impossibili. Vedo figli che lottano per la vita. Vengono fuori gli aspetti più belli dell’animo”.

Ma come ci si può rapportare a bambini che lottano tra la vita e la morte mantenendo la lucidità? “Devo fare un lavoro continuo – spiega la maestra – per mantenere una giusta distanza e non farmi fagocitare dalla sofferenza dell’altro. Se mi facessi coinvolgere troppo non sarei utile nemmeno a loro”.

FONTE

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