News

Bocciatura, fallimento di studente e docente. Ecco perché la scuola dovrebbe “pro-muovere” sempre e comunque

“Spesso la bocciatura è come una medaglia con due facce: l’impreparazione dell’alunno e l’impotenza dell’insegnante. Ma bocciare è “pro-muovere”. E’ quanto afferma in un editoriale per IlSussidiario.net Rosario Mazzeo, abilitato all’insegnamento di Lettere e studioso dei processi e della metodologia dell’insegnamento-apprendimento.

Bocciatura: doppio fallimento

Sebbene la bocciatura sia diventata una pratica sempre meno diffusa nell’ordinamento scolastico italiano, i pochi casi rimasti rappresentano sempre un momento di necessaria riflessione non solo per i ragazzi. Ma anche per i docenti. Non permettere allo studente di passare all’anno successivo, infatti, significa implicitamente che l’insegnante non è riuscito a dargli strumenti e contenuti necessari per la promozione.

[contentcards url=”https://www.oggiscuola.com/web/2019/06/03/la-bocciatura-non-e-piu-di-moda-promozioni-raddoppiate-nel-giro-di-5-anni-i-dati/” target=”_blank”]

Se il compito della scuola, spiega Mazzeo, è quello di “fornire allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, come recita il profilo culturale, educativo e professionale dei licei, occorre dire che all’esito infausto dello scrutinio si giunge spesso per un malinteso concetto di libertà. Per cui allo studente è consentito talvolta di non impegnarsi (“Sono fatti suoi”) e all’insegnante di non compiere i passi necessari per aggredire l’insuccesso dell’allievo alla sua radice”.

Pro-muovere

Questa, dunque, è l’altra faccia della medaglia: la bocciatura è un fallimento per l’insegnante nel suo compito didattico ed educativo. “Promuovere – chiosa Mazzeo – ecco la mission di una scuola che si pensa e si organizza come luogo e tempo della persona e per la persona; una scuola dove l’insegnante si pone con tutta la sua vivacità umana ed esige che anche gli studenti ci siano con la testa e il cuore”.

“La bocciatura – conclude – può e deve essere feconda: deve “pro-muovere”, cioè favorire la “mossa” dello studente, rimetterlo in “moto” sia che ripeta l’anno sia che passi alla classe successiva.  È una questione di personalizzazione.

Leggi l’articolo completo QUI

 

 

 

Articoli correlati

Back to top button