Opinioni

Basta compiti? Ecco il modello della dichiarazione di contrarietà da sottoporre al Ds

Basta compiti? Ecco il modello della dichiarazione di contrarietà da sottoporre al Ds

di Maurizio Parodi

Ritengo utile e corretto che i genitori impegnati nella Campagna: “Basta compiti!” (più di 35 mila adesioni sulla piattaforma change.org) sottopongano la propria “dichiarazione di contrarietà” ai Dirigenti scolastici e ai Presidenti dei Consigli di Istituto prima di iscrivere il proprio figlio a una qualsiasi classe di scuola “Elementare” o “Media” (primo ciclo di istruzione), acquisendo, laddove possibile, il sostegno di eventuali “docenti a compiti zero” (in Italia sono oltre 800, di ogni ordine e grado, “superiori” comprese) operanti nella sede prescelta.

Opzione tanto più significativa se condivisa da un gruppo consistente di genitori e docenti, dai loro Rappresentanti negli Organi collegiali o dal Comitato genitori.

Dichiarazione di contrarietà, il modello

Una seria discussione del problema sarebbe di grande utilità alla scuola, contribuirebbe significativamente a chiarirne la fisionomia pedagogica, l’identità culturale e la filosofia organizzativa, la qualità dell’Offerta formativa e la corrispondenza del servizio didattico-educativo alle “Indicazioni nazionali”, l’attenzione ai bisogni e ai diritti degli studenti.

Nel caso, tutt’altro che improbabile, di un rigetto più o meno pregiudiziale e sprezzante, si può esigerne la razionale e concertata regolamentazione da parte dei docenti (irriducibili), magari prospettando il Regolacompiti che ho pubblicato in più occasioni.

DOCUMENTO A: Dichiarazione di contrarietà ai compiti

Alla c.a. del Dirigente Scolastico dell’ I.C.

e p.c. Al Presidente del Consiglio di Istituto

OGGETTO: Dichiarazione di contrarietà ai compiti.

Egregio Dirigente scolastico,

con la presente siamo a comunicare la nostra contrarietà all’assegnazione dei compiti sia nei giorni feriali che durante le vacanze (natalizie, pasquali ed estive), per le ragioni sinteticamente riportate nel Manifesto della Campagna: “Basta compiti!” (in allegato), promossa dal Dirigente scolastico Maurizio Parodi e sostenuta da eminenti studiosi (si riportano, in calce, alcuni nominativi) alla quale abbiamo aderito convintamente, sottoscrivendo anche l’omonima petizione (change.org) che ha superato le 35 mila firme.

La preghiamo di consultare il sito: www.bastacompiti.it per avere contezza della serietà delle motivazioni addotte, della qualità della documentazione raccolta, dell’autorevolezza dei sostenitori della campagna e della validità delle esperienze compiute dagli oltre 800 “Docenti a Compiti Zero”, di ogni ordine e grado, che quotidianamente operano nelle condizioni di normale (e non sempre agevole) esercizio delle scuole pubbliche del nostro Paese.

Siamo convinti, come dimostrano esperienze di eccellenza europea, e le testimonianze dei docenti italiani appena menzionati, che una scuola senza compiti sia possibile e auspicabile al fine di promuovere lo sviluppo integrale degi studenti, il loro benessere psico-fisico, l’acquisizione delle competenze, formali e informali, di cittadinanza, e una sana, “naturale” motivazione all’apprendimento.

Attendiamo un Suo riscontro ringraziandola per la cortese attenzione.

DOCUMENTO B: Regolacompiti 

Premesso che nessuna norma impone l’assegnazione dei compiti a casa (in altri Paesi è addirittura vietato), e le sole occasioni nelle quali il Ministero P.I. si è occupato dei compiti è stato per raccomandare di non assegnarli nel fine settimana e durante le vacanze, si stabilisce quanto segue:

  1. I docenti che decidano di assegnare compiti a casa si impegnano a correggerli tutti e a tutti – altrimenti non avrebbe senso farli.
  2. I docenti che decidano di assegnare compiti si impegnano a preparare adeguatamente gli studenti perché siano in grado di svolgerli per proprio conto (devono verificarlo e garantirlo ai genitori) – sarebbe assurdo e umiliante chiedere loro di fare ciò che non sanno fare.
  3. Ai compiti svolti a casa non deve essere assegnato alcun voto – il docente non può sapere come e da chi siano svolti.
  4. I compiti non fatti non possono essere “recuperati” sacrificando la ricreazione che per nessun motivo, men che mai “disciplinare”, deve essere ridotta o annullata – gli studenti ne hanno bisogno e diritto.
  5. I compiti non svolti durante i periodi di assenza (es. per malattia) non devono essere recuperati – non sarebbe umanamente possibile e si perderebbero le nuove acquisizioni.
  6. La giustificazione del genitore per il mancato svolgimento dei compiti deve essere recepita evitando reprimende o punizioni – umilianti per lo studente e offensive per i genitori.
  7. Nelle classi a 40 ore (tempo pieno), non si assegnano compiti: le attività didattiche devono esaurirsi nelle 8 ore di forzata immobilità e concentrazione – pretendere un ulteriore impegno sarebbe controproducente, penoso, crudele.
  8. I docenti che decidano di assegnare compiti pomeridiani verificheranno, preventivamente, che non richiedano a nessuno studente un impegno giornaliero complessivo che superi:

– 10 minuti nelle classi prime della scuola primaria

– 20 minuti nelle classi seconda e terza

– 30 minuti nelle classi quarta e quinta

– 40 minuti nelle classi prime della scuola secondaria di primo grado

– 50 minuti nelle classi seconde

– 60 minuti nelle classi terze.

  1. Non devono essere assegnati compiti “di punizione” – pratica didatticamente aberrante e inammissibile che svilisce lo studio, l’impegno degli studenti e ne tradisce il senso.
  2. Non devono essere assegnati compiti nel fine settimana e durante i periodi di vacanza o sospensione delle lezioni – agli studenti deve essere permesso di ricrearsi (garantito il “diritto a riposo e al gioco”), e alle famiglie di ritrovarsi, senza l’assillo stressante dei compiti.
  3. Non devono essere assegnati “compiti per le vacanze” (ossimoro logico e pedagogico) – per le ragioni già espresse nel punto precedente e per evitare che i docenti, come previsto dal primo punto di questo Regolamento, trascorrano il resto dell’anno scolastico a correggere gli esercizi previsti dai “Libri per le vacanze”

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