Dacia Maraini: Raccontano una scuola diversa dalla realtà. Dovremmo tutti ringraziare i prof
Dacia Maraini: Raccontano una scuola diversa dalla realtà. Dovremmo tutti ringraziare i prof
La Scuola è ridotta a pezzi, ma è grazie ai bravi prof che viene salvata ogni giorno. È il senso di un bell’editoriale scritto stamani sul Corriere della Sera dalla scrittrice Dacia Maraini.
I DUE PAESI
“Mi chiedo, girando per le scuole, se in Italia ci siano due Paesi: uno fatto di scuole piene di ragazzini ignoranti, dediti solo a scrivere scemenze sui cellulari e uno con scuole e ragazzi vogliosi di apprendere, che studiano, inventano mondi e pensieri nuovi. Possibile che io sia tanto fortunata da capitare sempre in questo secondo tipo di scuole mentre chi denuncia lo sfacelo e il degrado degli studenti capita in quelle del primo tipo? Scuola Martin Luther King, di Caltanissetta, cittadina proverbialmente remota e poco considerata. Eppure qui ragazzini dai nove ai tredici anni hanno organizzato una orchestra di una ventina di elementi e suonano con una sapienza da rimanere ammirati. Coordinati da alcuni insegnanti preparati e sostenuti da una preside piena di idee, leggono in classe romanzi e saggi, li commentano e poi scrivono a loro volta poesie in dialetto sui temi di rilievo”. (….)
I BRAVI PROF
“Parlando con gli insegnanti scopro che anche loro giudicano la vulgata sul degrado degli studenti come impropria e non veritiera. Le prove Invalsi fatte con le crocette e le domande prefabbricate non aiutano a capire il valore dei ragazzi. La mia idea? Che la Scuola come istituzione effettivamente sia ridotta a pezzi. Ma esiste una rete di insegnanti preparati, dediti alla propria missione, che reggono sulle loro spalle la Scuola, come la leggenda racconta che fece un certo Cola Pesce che era bravissimo a recuperare le cose perse nel mare. Andava, raccoglieva e portava a galla. Ma un giorno non tornò: Cola aveva scoperto che una delle tre colonne su cui si reggeva l’isola era spezzata e lui decise di rimanere immerso per tenerla su. Così fanno i nostri bravi insegnanti, pagati poco, e senza più autorità riconosciuta, per tenere su la Scuola. Vogliamo ringraziarli?”
Un grazie ai prof andrebbe effettivamente rivolto, è solo grazie a loro se la Scuola pur ridotta a pezzi riesce a formare ancora le giovani menti.
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