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Anief: i sindacati hanno firmato intese farlocche. Occorre far partire i concorsi e difendere i precari

Anief: i sindacati hanno firmato intese farlocche. Occorre far partire i concorsi e difendere i precari

Anief si domanda perché soltanto ora? Non ci hanno voluto ai tavoli per nascondere chissà cosa e ora minacciano la mobilitazione contro quelle intese inutili che hanno siglato nei mesi scorsi. Il vecchio sindacato si sta muovendo, ma non bisogna rinunciare alle battaglie sindacali.

Dopo essersi resi conto di avere scritto due intese “farlocche”, una il 24 aprile scorso con il premier Giuseppe Conte, l’altra il 1° ottobre con l’ex ministro Lorenzo Fioramonti, e a seguire una conciliazione-farsa il 19 dicembre, i sindacati maggiori della scuola si ritrovano con un pugno di mosche in mano. E tornano a parlare di mobilitazione contro un ministro che accelera per assumere 70 mila nuovi insegnanti. Il motivo? La mancata disponibilità del ministero dell’Istruzione a cambiare le bozze dei tre concorsi in partenza (due per la secondaria e uno per la primaria), sulla base delle decine di richieste formulate, copiate, peraltro, da quelle indicate dalla delegazione Anief il giorno prima. Un conto è partecipare a un confronto sui testi, un conto partecipare a una conciliazione.

Anief non ha nulla da dire sulla liceità delle richieste di modifica da apportare ai concorsi in partenza, considerando anche che molte di quelle formulate dai sindacati maggiori sono similari a quelle presentate ieri l’altro allo stesso Miur da una delegazione dell’Anief. Quello che lascia molti dubbi è invece il modo di procedere da parte delle altre organizzazioni sindacali: bisognava arrivare al 30 gennaio 2020 per capire che al ministero si vuole continuare, imperterriti, a trattare i precari della scuola come di figli di un dio minore? Perché non si è cominciato a protestare quando nessuna informativa veniva trasmessa sulle modalità di accesso al corso abilitante e alla selezione per il personale con servizio nelle paritarie e percorsi IeFP?

…. Solo adesso, dopo un anno di trattative inutili, si arriva dunque alla rottura

Il problema, oltre all’esiguo numero di cattedre poste nei bandi, sono le modalità con le quali si stanno realizzando tali procedure: perché decine di migliaia di precari, per tutte le discipline e ordini di scuola, ad iniziare dall’infanzia e primaria, da diplomati magistrali e Itp già assunti e licenziati, da quelli storici di insegnanti di religione, sono rimasti fuori. Per non parlare degli educatori, dei Dsga facenti funzione e degli Ata che ora vedono i loro posti assegnati agli ex Lsu. Noi lo avevamo detto da tempo: di fronte all’indifferenza del Miur, dinanzi alla mancata parità di trattamento tra tutti i precari, pur continuando a confrontarsi con l’amministrazione, bisognava ricorrere contro i bandi.

Nel frattempo, Anief ha chiesto e ottenuto di risultati. Come l’ammissione al concorso ordinario dei docenti con abilitazione per la scuola dell’infanzia e/o per la primaria, purché in possesso di titolo d’accesso valido per una classe di concorso della scuola secondaria, senza il possesso dei 24 CFU. E anche di prendere ogni opportuno provvedimento perché sia massimizzato lo svolgimento delle prove concorsuali nelle singole regioni, specie in quelle svantaggiate sotto il profilo dei trasporti, come la Sardegna.

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