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Quota 100 e supplentite: a settembre 22mila docenti in pensione, ma nessuna stabilizzazione dei precari

Ben 22mila tra i 40mila docenti che andranno in pensione quest’anno usufruiranno della Quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi). Praticamente la metà. Per i posti vacanti generati da queste uscite, stando alle informazioni disponibili finora, non è prevista alcuna sostituzione. In particolare, secondo quanto riporta La Repubblica, non ci sarà la stabilizzazione di precari cui eravamo abituati finora (cinquanta per cento di stabilizzazioni e cinquanta in trasferimenti).

Tagli all’istruzione per Reddito di Cittadinanza e Quota 100

E’ il frutto dei tagli all’istruzione messi in campo dall’esecutivo gialloverde, denunciati dalla stampa, smentiti dal Miur ma poi dallo stesso confermati. cinquanta per cento di stabilizzazioni e cinquanta in trasferimenti. Il capo del Miur Marco Bussetti ha ammesso che la rimodulazione delle spese nel comparto scuola era necessaria alle due misure di bandiera del governo: Reddito di cittadinanza e Quota 100.

Pertanto, i posti vacanti dal 1° settembre 2019 non saranno utilizzati per le immissioni in ruolo, ma i posti autorizzati dal MEF saranno utilizzati solo quelli inseriti al SIDI entro la data del 29 maggio 2019. Secondo le prime stime, si parla di almeno 170 mila docenti precari, pari a un quinto dell’intero corpo insegnante.

Malpezzi e Azzolina: “Pericolo supplentite”

Immediata scatta la polemica politica in merito a queste dinamiche. “L’esecutivo trova i soldi per mandare in pensione i docenti con Quota 100 e non li trova per sostituirli con i docenti precari” dichiara l’esponente Dem Simona Malpezzi. La quale presenterà un’interrogazione sul tema lanciando l’allarme supplentite. “Così prolifera il fenomeno delle supplenze e non si assicura il corretto avvio del prossimo anno scolastico”.

A chiedere chiarezza sulla vicenda non sono solo le forze di opposizione ma anche quelle interne alla compagine governativa. Anche l’esponente 5S Lucia Azzolina presenterà un’interrogazione sulla questione “maestri e professori in pensione e non sostituiti”.”E’ auspicabile – scrive la deputata – che una parte dei posti liberati dall’accoglimento delle domande di pensionamento possa essere utilizzata al 50 per cento per le immissioni in ruolo a tempo indeterminato e al 50 per cento per le operazioni di mobilità. Se così non fosse, si dovrebbero attribuire nuove supplenze su quei posti con un aggravio del fenomeno della supplentite”.

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