Scuola. Corlazzoli: “L’Invalsi si ferma alla diagnosi di un problema che già conosciamo. A quando la cura?”
“Nulla di nuovo sotto il sole. Da oltre un decennio l’Istituto nazionale di valutazione ci consegna questa fotografia”. Così il prof e giornalista Alex Corlazzoli commenta i dati emersi dai test nazionali Invalsi, uno spaccato impietoso e preoccupante della scuola italiana pubblicato su tutti i media. Il docente, in un articolo per il suo blog sul Fatto Quotidiano, rintraccia però i limiti della prova, la quale si limita ad una funzione meramente diagnostica.
Scuola. Alex Corlazzoli critica la sua funzione di mera osservazione: “Manca la cura”
“L’Invalsi si ferma lì – spiega – Il suo compito s’arresta alla raccolta dati. I sintomi della malattia della scuola italiana li conosciamo da anni. Manca la diagnosi e manca la cura”.
“Ancora una volta l’Invalsi ha fotografato il nostro sistema d’istruzione, facendo una radiografia della situazione che non lascia spazio a molte interpretazioni. Nel corso dell’itinerario scolastico, i risultati in italiano e in matematica dal grado 2 al grado 13 (dalla seconda elementare alla quinta superiore) e in inglese dal grado 5 al grado 13 (dalla quinta elementare alla quinta superiore) calano progressivamente dal Nord al Sud”.
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