Politica

Governo confuso sulla scuola. Bussetti vuole valutazione standardizzata, M5s: “Prove Invalsi inutili”

“Le valutazioni da sole non bastano se non si attiva un processo di miglioramento. Da 20 anni si mappano i guasti, senza però lavorare alle soluzioni. E’ necessario investire più risorse per sviluppare dei processi di miglioramento, per esempio rafforzando l’azione di Istituti di ricerca come Indire a cui va dato un ruolo cardine nella formazione e nella promozione concreta di processi di miglioramento della scuola”.

Scuola. M5s: “Eliminazione prove Invalsi”

Lo dichiara il Presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati Luigi Gallo M5S, a margine della presentazione alla Camera dei Deputati del Rapporto Nazionale INVALSI 2019. “Entro luglio presenteremo in Commissione Cultura una nostra risoluzione di indirizzo su questo tema – prosegue Gallo – fulcro del nostro documento sarà anche eliminare l’obbligatorietà delle prove Invalsi e lasciare alla singola scuola la libertà di svolgerle”

Le affermazioni dell’esponente pentastellato sembrano stridere con quanto affermato dal ministro Marco Bussetti. Il capo del Miur, infatti, ha confermato la sua fiducia verso il metodo di valutazione standardizzato. “L’Invalsi – ha dichiarato – è uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del nostro lavoro, con consente di analizzare eccellenze e criticità del sistema per realizzare azioni puntuali ed efficaci”.

Bussetti: “Valutazione standardizzata importante”

“Come ministero – ha proseguito Bussetti – siamo convinti dell’importanza della valutazione standardizzata degli apprendimenti. Che però si deve integrare e affiancare all’insostituibile ruolo della valutazione dei docenti. Dobbiamo portare avanti la valutazione delle attitudini mettendo al centro gli studenti e le loro potenzialità. La scuola deve formare individui autonomi e liberi, cittadini responsabili e consapevoli”.

Insomma, nonostante le criticità le prove Invalsi restano un punto fermo nell’agire governativo. I detrattori del modello standardizzato di valutazione sottolineano le sue incongruenze. Come si può, ad esempio, pretendere di valutare nello stesso modo i ragazzi di una scuola superiore in un quartiere degradato e i loro omologhi della “società bene”?

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