“Intempestive e calate dall’alto”. Così il prof
Carlo Bortolozzo, docente di Lettere a Verona, definisce in un editoriale per
IlSussidiario.net le griglie di valutazione per le prove d’italiano. “Esse – spiega l’insegnante costituiscono una delle novità più rilevanti della discussa riforma, introdotta a partire dall’anno scolastico in corso”.
“Dettate dall’esigenza di uniformare i criteri di valutazione al fine di evitare disparità clamorose – si ricordi il caso della Puglia, in cui il numero di diplomati con lode era anche dieci volte superiore a quello di altre regioni – le nuove griglie sono state rese note alle Commissioni d’esame all’atto del loro insediamento, ignorando ancora una volta il lavoro svolto dagli insegnanti nelle singole scuole”.
Ci riferiamo in modo particolare alle griglie più delicate e discusse, relative alla prova di Italiano. Per non infliggere inutili sofferenze ai lettori del Sussidiario, ci limiteremo a riassumere i punti fondamentali di dette griglie. Esse si presentano divise per le tre tipologie previste, e sono composte da due fogli ciascuna: in tutto sei fittissimi fogli. Ogni griglia è costituita da Indicatori (dieci in totale, articolati in due sezioni, 6 + 4), Evidenze e Descrittori, cui seguono i vari punteggi da attribuire. Le griglie sono costruite in centesimi da ricondurre, con “opportuna proporzione”, in ventesimi: in pratica, si tratta di sommare i punteggi dei dieci indicatori/evidenze/descrittori, poi si divide per 5 con eventuali arrotondamenti. I professori di Lettere correggono i compiti con la calcolatrice. Si attende, per il prossimo anno, l’introduzione di un apposito algoritmo.
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