Sindacati

Miur convoca i sindacati per assumere 60 mila nuovi docenti. “Non verranno assegnati, serve un decreto d’urgenza”

Per domani il ministero dell’Istruzione ha chiamato a raccolta i rappresentanti dei docenti per un’informativa sulle imminenti immissioni in ruolo da attuare nelle prossime settimane. Ma le condizioni sono peggiorate rispetto ad un anno fa, quando in due casi su tre non si presentò nessuno alle convocazioni. Considerando anche che vi sono oltre 20 mila posti rimasti liberi per i pensionamenti di ‘Quota 100’.

Secondo il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, “se non si vuole partire con 7 mila dirigenti scolastici a caccia di supplenti a cui assegnare diverse decine di migliaia di cattedre rimaste vuote, serve un decreto legge ad hoc. Che garantisca l’assunzione su tutto il territorio nazionale dei docenti inseriti nelle graduatorie di merito e nelle GRME, degli insegnanti abilitati dalle GaE e dei precari con 36 mesi oggi nelle graduatorie d’istituto. Così come la stabilizzazione del personale Ata, anche sui profili mai attivati, perché pure tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici ci sono moltissimi posti vacanti”.

Ci risiamo: a Viale Trastevere è tutto pronto per far partire le immissioni in ruolo dell’anno scolastico che verrà. Ma siccome i dirigenti del ministero dell’Istruzione non hanno saputo fare tesoro delle esperienze negative dell’anno passato, anche queste assunzioni saranno caratterizzate dall’assenza di candidati. Così si incrementeranno ancora le supplenze, anche per via degli ulteriori pensionamenti derivanti dall’anticipo introdotto con l’ultima Legge di Bilancio. Che permette di lasciare il servizio con almeno 38 anni di contributi e 62 di età. E’ sempre più probabile che i contratti stipulati con scadenza al 30 giugno e al 31 agosto del 2020 saranno stavolta tra i 150 mila e i 200 mila.

I NUMERI CRESCONO

Anief ricorda, a questo proposito, che i posti accertati dal Miur vacanti e disponibili sono 64.149 (di cui 47.770 di posto comune e 16.379 di sostegno)a poi vanno aggiunti gli oltre 50 mila posti del sostegno in deroga e decine di migliaia su disciplina, anche questi “mascherati” in organico di fatto. Il problema è che l’amministrazione metterà a disposizione per le assunzioni a tempo indeterminato solo i primi 60 mila, ma vorrà reperire tali docenti solo delle graduatorie tradizionali, in particolare da GaE e merito. E siccome sono molti i casi in cui in quelle graduatorie non vi sono più candidati, invece di andare ad individuare i docenti precari già selezionati, formati e abilitati per fare questa professione, si ritroverà con avanzi di posti destinati alle assunzioni come mai è accaduto in passato.

QUOTA 100 HA AUMENTATO LA MOLE DI POSTI VACANTI

Ad aumentare la mole di cattedre prive di titolare, dal prossimo 1° settembre, è anche l’applicazione di Quota 100, alla quale nella scuola hanno aderito circa 27 mila docenti, Ata e dirigenti scolastici. Quei posti, in gran parte già autorizzati dall’Inps, risultano però ad oggi non utili né per i trasferimenti né per le immissioni in ruolo. Tanto è vero che è di questi giorni la decisione dell’on. Lucia Azzolina (M5S) di presentare un’interrogazione al Miur proprio per “destinare la metà dei posti liberati dall’accoglimento delle domande per Quota 100 al personale ATA e al personale docente per nuove immissioni in ruolo a tempo indeterminato anche successivamente al 1° settembre 2019”.

Il problema è quindi sentito anche in seno alla maggioranza parlamentare. Ecco, perché Anief sostiene che serve un decreto legge d’urgenza ad hoc, che garantisca l’immissione in ruolo su tutto il territorio nazionale dei docenti inseriti nelle graduatorie di merito e nelle GRME – graduatorie regionali di merito del concorso 2018 -, dei docenti abilitati dalle GaE e dei precari con 36 mesi individuati dalle graduatorie d’istituto.

IL COMMENTO DEL SINDACALISTA

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “soltanto ripristinando il doppio canale di reclutamento e garantendo la parità di trattamento tra precari si eviteranno le cattedre deserte e nuove procedure d’infrazione della commissione Ue. In assenza di una soluzione di questo genere, è chiaro, inoltre, che prolifereranno i ricorsi in tribunale, con alte possibilità per i docenti e Ata ricorrenti di percepire indennizzi e risarcimenti, sempre in attesa della pronuncia della Commissione Europea sulle assunzioni in ruolo automatiche per tutti coloro che hanno svolto almeno tre anni di supplenze anche non continuative”.

 

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