Cronaca

La madre gli toglie il pc, 19enne si lancia dal quinto piano: lotta tra la vita e la morte

Quando la madre gli ha strappato la tastiera del computer dalle mani, si e’ lanciato dal quinto piano di casa. Un 19enne lotta tra la vita e la morte, all’ospedale Cto di Torino. Nella caduta ha riportato numerosi traumi, per i quali si e’ reso necessario un lungo e delicato intervento chirurgico.

LA MADRE GLI TOGLIE IL PC E TENTA IL SUICIDIO, LE CONDIZIONI

I medici definiscono “gravissime” le condizioni del giovane, che per fuggire le difficolta’ della vita sembra si fosse rifugiato nel computer, nell’ultimo periodo l’unico suo contatto con la realta’.

LA SINDROME DI HIKIKOMORI

Gli esperti definiscono questo comportamento come “Sindrome di Hikikomori”, termine coniato dallo psichiatra giapponese Saito Tamaki. Letteralmente significa “stare in disparte, isolarsi”: sono giovani che si autoescludono dalla societa’ e trascorrono gran parte del loro tempo tra le mura della propria stanza. Non hanno amici e spesso rifiutano anche il dialogo con i propri familiari. Molti finiscono anche col lasciare la scuola, in una spirale da cui non e’ facile uscire.

“Andate via, lasciatemi stare, non voglio parlare”, dice ai giornalisti la madre del 19enne, visibilmente scossa, nella sala d’attesa dell’ospedale in cui il figlio e’ in camera operatoria. I medici hanno cercato di stabilizzargli il trauma vertebrale riportato nella caduta insieme ad altre numerose fratture. Poco prima di lanciarsi sembra che stesse litigando con la madre, come avveniva sempre piu’ spesso, proprio per il computer davanti al quale trascorreva la maggior parte del suo tempo. I giovani del quartiere lo conoscono soltanto di vista.

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Per andare a casa, da cui usciva sempre meno, attraversava i giardinetti senza dar retta a nessuno, il passo svelto, la testa bassa avvolta nel cappuccio della felpa che indossa spesso. Il 19enne aveva frequentato un istituto tecnico serale, ma la sua carriera scolastica era discontinua e da un po’ di tempo non si presentava piu’ alle lezioni. Anche ai compagni, comunque, dava pochissima confidenza, un atteggiamento per il quale gli insegnanti avevano piu’ volte espresso preoccupazioni.

UNICA REALTA’: I VIDEOGIOCHI

I videogiochi sembra fossero diventati i suoi unici amici, una realta’ virtuale nella quale rifugiarsi dalle difficolta’ della vita, il papa’ e la sorella che l’avevano lasciato solo con la madre in quel palazzone di periferia, dove tutto e’ grigio e anonimo. Niente scuola, dunque, e neppure una occupazione con cui guadagnarsi da vivere e progettare un futuro.

Secondo recenti stime, sono 100mila in Italia i casi di Hikikomori, un esercito di reclusi che chiede aiuto. Ma il fenomeno, se non si riuscira’ a dargli una precisa collocazione clinica e sociale, e’ destinato ad aumentare. In Giappone e’ gia’ allarme con piu’ di mezzo milione di casi.

 

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