Canfora: “Una maturità senza prova di storia è diseducativa. Insegna che i fatti non contano”
Luciano Canfora, storico e filologo, si scaglia contro la prima prova dell’esame di maturità. “È bizzarro – dice Canfora all’ HuffPost – che, pur di mantenere fede all’idea sbagliatissima di non dare più una traccia di storia vera e propria, si ricorra all’escamotage di prendere un brano che allude alle conoscenze storiche, come è quello di Stajano sull’eredità del Novecento, e si chieda allo studente di discettare intorno a fatti la cui conoscenza precisa e approfondita non è richiesta. È diseducativo. È come se si dicesse: non è importante conoscere i fatti, è importante avere un’opinione sui fatti”.
Canfora: una maturità democristiana
La prova di quest’anno – secondo l’analisi del filologo – più che sovranista si è rivelata democristiana. Con un colpo al cerchio di destra e uno alla botte di sinistra. “Le tracce dell’esame danno un colpo a destra, prendendo un articolo de Il Giornale su Gino Bartali, e uno a sinistra, scegliendo il brano di un autore come Corrado Stajano. Immagino lo smarrimento dei poveri studenti”.
“C’è un’evocazione ambivalente del Partito comunista italiano – prosegue Canfora – Quando si parla dell’attentato a Palmiro Togliatti si attribuisce sottilmente al Pci la responsabilità dei disordini e delle tensioni. Mentre, invece, quando si nomina Pio La Torre, ucciso dalla mafia, si tace la sua appartenenza al partito dei comunisti”.
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