Opinioni

Minori a rischio. Il Garante: “Genitori non rinuncino alla responsabilità di guidarli”

“In Italia ci sono nove milioni e 800mila minorenni. ‘Non lasciamoli soli”. È con questo appello alla responsabilità degli adulti – genitori, comunità e istituzioni – che l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano ha introdotto la relazione annuale al Parlamento. Presentata stamattina a Montecitorio alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La presentazione, svolta nella Sala della Regina, è stata introdotta dai saluti del presidente della Camera Roberto Fico.

Il Garante: diritti dei minori e dovere di responsabilità degli adulti

”La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – ha affermato la Garante Filomena Albano – ha trasformato bambini e ragazzi da oggetto di protezione a soggetti titolari di diritti. Ponendo in tal modo le basi per un cambiamento nella relazione tra generazioni. Ciò però non può significare – come talora accade – che i genitori, la comunità e le istituzioni, senza assumersi le loro responsabilità, rinuncino al ruolo di guida nei confronti dei più piccoli. Quasi che l’aver assegnato loro dei diritti li abbia automaticamente resi capaci di orientarsi da soli nel mondo”.

La responsabilità è la parola chiave sulla quale ha insistito Filomena Albano, richiamandola in ogni passaggio del suo discorso. Responsabilità che sorgono, ad esempio, quando la coppia va in crisi. Per questi casi l’Autorità garante ha elaborato la ‘Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori’. La quale invita a tener conto del punto di vista dei più piccoli. Oppure responsabilità che entrano in gioco, sempre per gli adulti, quando lasciano i ragazzi avventurarsi da soli nella rete senza un’adeguata consapevolezza. Ci sono poi, sempre secondo l’Autorità garante, bambini e ragazzi per i quali la condanna di un genitore rischia di divenire la propria: a loro va garantito il diritto a mantenere relazioni affettive ed educative. Ma anche bimbi che non dovrebbero crescere in carcere: ad aprile ce n’erano ancora 55 negli istituti detentivi.

Il ruolo della scuola e delle istituzioni

C’è poi la richiesta di un impegno alle istituzioni per recuperare i ragazzi alla legalità e al rispetto delle regole: la mediazione penale può essere una risposta per accompagnare i minorenni autori di reato verso la consapevolezza delle azioni compiute e il riconoscimento della sofferenza delle vittime.

”Ciò vale anche per i ragazzi più piccoli, che non hanno ancora compiuto 14 anni”. Per i minorenni stranieri che arrivano soli nel nostro paese, infine, l’Autorità ha ricordato il principio di non respingimento, il divieto di espulsione e il diritto a un’adeguata accoglienza. In questo i tutori volontari rappresentano una possibilità di integrazione e di argine verso rischi di marginalità sociale.

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