La Federazione Gilda-Unams lancia un appello al presidente della settima Commissione del Senato affinche’ si proceda in tempi rapidi all’abrogazione della chiamata diretta dei docenti e degli ambiti territoriali. In una lettera indirizzata a Mario Pittoni, il coordinatore nazionale della Fgu (Federazione Gilda-Unams, ndr), Rino Di Meglio, sottolinea che “dopo 8 mesi dall’approdo a palazzo Madama, l’iter del disegno di legge non e’ ancora concluso e il rischio di iniziare il nuovo anno scolastico senza l’abolizione della chiamata diretta e’ concreto”.
Chiamata diretta: l’impegno del sindacato
Ricordando l’impegno profuso senza sosta e sin dal primo momento dalla Fgu contro la legge 107/2015, Di Meglio pone l’accento sulle ricadute negative prodotte dalla chiamata diretta sulla qualita’ dell’insegnamento e sulla condizione professionale degli insegnanti. “I tempi stringono ed e’ necessario riprendere l’esame del ddl e accelerarne il cammino verso il varo definitivo.
L’anno scorso la questione della chiamata diretta fu parzialmente risolta grazie a un Ccni (Contratto collettivo nazionale integrativo, ndr) transitorio sulla mobilita’. Adesso – conclude il coordinatore nazionale della Fgu – ci aspettiamo che a quel primo passo segua il superamento definitivo del meccanismo della chiamata diretta perche’ la SCUOLA ha bisogno della certezza del diritto”.
L’accordo
Con un accordo sottoscritto a giugno 2018 tra Miur e sindacati, è venuta meno quella contestata parte della legge 107/2015 che assegnava al Dirigente Scolastico il “potere” di chiamare nella propria scuola gli insegnanti. Senza un criterio oggettivo. In base a quanto stabilito “continueranno ad essere presi in considerazione prima i docenti che hanno avuto il trasferimento con una delle precedenze previste dal Contratto di mobilità 2018/19. Poi si procederà per punteggio a partire dalla scuola scelta dal docente su Istanze on line nei tempi indicati dal Ministero”.
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