Maturità. La firma degli studenti sul programma svolto non ha valore giuridico (ed è pure inutile)
La prassi di far firmare ai rappresentanti degli studenti il programma svolto in vista della maturità non ha alcun valore giuridico. L’idea che su cui si basa questa pratica – o piuttosto questa tradizione – è quella secondo cui in questo modo i docenti possono tutelarsi da eventuali contestazioni da parte degli alunni. “Questo non l’abbiamo studiato”, la classica obiezione dei ragazzi.
Maturità: la firma degli studenti sui programmi è inutile
Ebbene, per quanto comprensibile l’intento dei docenti, quella firma non ha alcun valore giuridico vincolante ed è anche inutile dal punto di vista pratico. Questo perché costituisce una sovrapposizione con la funzione dei registri di classe e dei registri personali dei prof. Sono questi documenti, atti ufficiali nel senso pieno del termine, a testimoniare giorno dopo giorno quali argomenti vengono affrontati durante le lezioni e quali no. Eppure, non a caso, essi non prevedono alcuna firma da parte degli studenti.
Come pure non sta né in cielo né in terra l’idea che gli studenti firmino le verifiche scritte, anch’esse atti ufficiali in senso pieno. In definitiva, la responsabilità di documentare quali argomenti sono stati affrontati durante l’anno – passibili quindi di verifica alla maturità – spetta ai docenti. A loro solamente.
Il valore pedagogico
Resta comunque un senso pedagogico e didattico nella faccenda. Far firmare agli studenti i programmi è un modo ufficioso per suggellare una sorta di patto didattico. Una conclusione messa nero su bianco di un percorso scolastico affrontato insieme. Nel bene e nel male, ma insieme.
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