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Scuola dell’infazia, cinque bimbi colpiti da epatite A. Ausl: “Contagio partito da una maestra”

Cinque casi di epatite di tipo A sono stati registrati in una scuola dell’infanzia in zona Navigli, a Milano. Lo riportano i media locali, sottolineando che i primi due casi erano emersi dopo il ponte per le vacanze di Pasqua. Due piccoli alunni di 4 e 5 anni hanno manifestato i primi sintomi del morbo dopo che una delle maestre d’asilo aveva contratto il virus nel periodo pasquale.

EPATITE A SCUOLA

L’istituto aveva disposto una vaccinazione di massa per oltre cento persone, tra personale scolastico, educatrici e alunni. In modo da evitare il contagio. Ciononostante altri due bambini sono stati colpiti dal virus, contratto probabilmente prima delle operazioni vaccinali. Fortunatamente – sottolineano le testate locali – l’epatite A non si cronicizza come la B e la C ed è guaribile con le dovute terapie.

I tecnici dell’Ausl hanno effettuato controlli nei locali dell’istituto per verificarne la conformità alle norme igieniche. Il risultato è stato assolutamente positivo. Il virus dell’epatite, infatti, si trasmette infatti per via oro-fecale, ma i sanitari non hanno rilevato alcuna criticità in tal senso.

L’unica disposizione stabilita al momento è quella di prestare maggior attenzione all’igiene personale e a lavare spesso le mani. Controllando, ovviamente, che i piccoli alunni facciano la stessa cosa.

IL VIRUS

Il virus responsabile dell’epatite A (Hav) è un picornavirus appartenente al genere degli Hepatovirus. La malattia ha un periodo di incubazione che va da 15 a 50 giorni e un decorso generalmente autolimitante e benigno. Sono pure frequenti le forme asintomatiche, soprattutto nei bambini. Una quota delle infezioni, specialmente se contratte in giovane età, rimane asintomatica. I pazienti guariscono completamente senza mai cronicizzare; pertanto, non esiste lo stato di portatore cronico del virus A, né nel sangue né nelle feci. La trasmissione avviene per via oro-fecale. Il virus è presente nelle feci 7-10 giorni prima dell’esordio dei sintomi e fino a una settimana dopo. In genere il contagio avviene per contatto diretto da persona a persona o attraverso il consumo di acqua o di alcuni cibi crudi (o non cotti a sufficienza).

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