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Grembiule a scuola, è preoccupante che a farsi portavoce del sistema istruzione sia il ministro degli Interni

In questa ininterrotta, aggressiva e spesso irragionevole campagna elettorale, il ministro degli Interni interviene ancora una volta sulle necessità del mondo della scuola. Manifestando l’intenzione di reintrodurre l’uso del grembiule per riportare “ordine e disciplina”. E combattere le condizioni di disuguaglianza sociale.
Ci preoccupa che a farsi portavoce delle istanze del sistema di istruzione sia il ministro degli Interni. Dal momento che la scuola non è una caserma, l’educazione non è un problema di ordine pubblico.
È principalmente compito della scuola rimuovere le disuguaglianze di partenza. Offrire a tutti pari opportunità ed educare alla responsabilità individuale e collettiva i cittadini di domani. Ricercando una forte alleanza con le famiglie e la società.
Ancora oggi, nonostante i forti tagli subìti, la scuola non ha smarrito la sua funzione originaria di formazione collettiva alla cultura democratica e alla cittadinanza attiva. Finalizzata a trasmettere alle nuove generazioni un sistema di valori fondato sulla responsabilità e la consapevolezza delle azioni. Eppure per anni ha subìto la trascuratezza della politica che ne continua a compromettere credibilità e prestigio per l’evidente assenza di un progetto che ne riconosca la centralità.
Per arginare la delegittimazione diffusa, di cui certi episodi di violenza fisica e verbale sono l’estrema conseguenza, non servono telecamere né inasprimento delle sanzioni. Ma investimenti che valorizzino le professionalità e riconoscano alle istituzioni scolastiche il loro ruolo fondamentale come strutture strategiche per la crescita della cittadinanza democratica e lo sviluppo del Paese.
Ricordiamo al ministro, inoltre, che le distanze sociali non si nascondono sotto un “grembiulino”. Ma si combattono con una scuola più uguale, inclusiva, accessibile a tutti fin dall’infanzia.

COMUNICATO STAMPA FLC CGIL

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