Sindacati

DM: a Bolzano si entra nelle graduatorie di ruolo, nel resto d’Italia si è licenziati. Bussetti spieghi

Nella provincia di Bolzano con il diploma magistrale e tre anni di servizio si entra nelle graduatorie per il ruolo. Nel resto d’Italia, dopo aver superato l’anno di prova, si è licenziati. Ecco perché Anief continua a ricorrere per l’aggiornamento delle GaE. Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che tiene tanto all’autonomia deve spiegare perché non segue l’esempio.

Mentre nel territorio nazionale si rimane ancorati alle ultime due pronunce dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato e non si consente ai docenti abilitati dopo il 2012 o con un diploma abilitante d’inserirsi nelle GaE né ai supplenti con 36 di servizio di seguire un corso abilitante ed essere assunti, la Giunta Provinciale di Bolzano, per evitare nuovi ricorsi in Europa, innova la procedura di reclutamento, per l’aggiornamento delle Graduatorie provinciali e delle Graduatorie di istituto per l’anno scolastico 2019/2020, utilizzate ai fini della stipulazione di contratti di lavoro a tempo indeterminato e determinato nelle scuole a carattere statale in lingua italiana della provincia di Bolzano. Le liste di attesa, che è stato possibile aggiornare fino al 6 marzo scorso, sono nuove graduatorie provinciali, non molto diverse dalle GaE, e d’Istituto. Per le sole graduatorie di Tedesco seconda lingua è possibile richiedere il nuovo inserimento, trattandosi di graduatorie di durata annuale.

IL CASO

Il caso di Bolzano è importante, perché nelle nuove Graduatorie provinciali  hanno potuto richiedere il nuovo inserimento i docenti di Tedesco L2. In quanto le graduatorie hanno validità annuale. I docenti già iscritti nelle graduatorie di istituto della provincia di Bolzano valide per gli anni scolastici 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 che abbiano prestato tre anni di servizio. In possesso del prescritto titolo di studio nelle scuole statali. A carattere statale. Nelle scuole paritarie o nelle scuole professionali.

La Delibera n. 1421 del 19/12/2017, indirizzata proprio ai docenti abilitati inseriti in seconda fascia. Oltre che a docenti abilitati a seguito di frequenza dei percorsi speciali abilitanti di cui all’articolo 15, comma 1/ter, del decreto del Miur 10 settembre 2010, n. 249. E successive modifiche. Riguarda tutti gli inseriti in terza fascia; i docenti di religione abilitati in possesso di idoneità rilasciata in via permanente dall’ordinario diocesano. I docenti con diploma magistrale o titolo di studio sperimentale dichiarato equivalente conseguito entro il 2001/2002 inseriti nelle succitate graduatorie d’istituto. Per l’inclusione, ai fini del computo dei tre anni di servizio, un anno di servizio deve comprendere almeno 180 giorni anche non continuativi. All’interno del medesimo anno scolastico. O, ai sensi delle norme vigenti, deve essere prestato ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale. I tre anni di servizio possono essere non continuativi.

MARCELLO PACIFICO

“Viene spontaneo da chiedersi. Commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Per quale motivo i politici di Bolzano, gli assessori della località a statuto speciale, riescono ad approvare un provvedimento logico. Mentre nel resto d’Italia si fa una fatica immane solo a parlare di questa ipotesi, comunque sempre sistematicamente respinta da dei governanti che, a turno, non fanno altro che umiliare una categoria, condannandola alla precarietà perenne, pur avendo appurato che senza l’apporto di quei docenti l’istruzione pubblica entrerebbe in una crisi senza ritorno”.

Anief ricorda che continua a chiedere e a combattere in tutte le sedi possibili per la riapertura della GaE su tutto il territorio nazionale, ma anche la stabilizzazione automatica di chi ha effettuato già 36 mesi di supplenze e l’assegnazione di risarcimenti adeguati, in presenza dei abusi verso il personale precario o anche quello già di ruolo. Il giovane sindacato, infine, tutela pure chi è stato licenziato, anche se oggi di ruolo, avviando la più grande battaglia giudiziaria conosciuta dallo Stato per violazione della normativa comunitaria presso il tribunale di Roma con richieste di risarcimenti con tanti zeri.

Se poi con la regionalizzazione in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna si facesse anche così, potremmo dire di avere veramente due Italie, a dispetto di un accordo tra Governo e sindacati che vorrebbe garantire a parole un unico sistema di reclutamento. 

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