Opinioni
Tassella: “Sì allo sciopero del 17 maggio perché non si fa o meno per far contenti o scontenti i sindacati”
Non sono affatto d’accordo sul fatto che lo sciopero di un giorno il 17 maggio non serva a nulla. Solo uno sciopero generale e unitario serve a farsi contare a palesare dissenso o implicito assenso.
Se partecipa il 70% dei lavoratori della scuola , significa che 7 insegnanti su 10 non vogliono la regionalizzazione dell’istruzione pubblica.
Se partecipa il 70% dei lavoratori della scuola , significa che 7 insegnanti su 10 non vogliono la regionalizzazione dell’istruzione pubblica.
LO SCIOPERO E I SINDACATI
Continuo a ripetere, questo non è uno sciopero che si fa o meno per far contenti o scontenti i sindacati della scuola verso cui i docenti hanno rapporti ambivalenti. Li si critica ma poi si rimane iscritti e si corre per cercare servizi (60% della categoria é iscritta a un sindacato). Chi scrive non è iscritto a nessun sindacato dal lontano 2008. Dopo aver diretto la Gilda degli insegnanti ora fusa nella FGU, a livello provinciale a Napoli per 10 lunghi e faticosi anni. Ha poi elaborato, una volta espulso, una critica serrata a tutti i sindacati per quello che essi sono diventati. Avendoli conosciuti dal di dentro. Questo è uno sciopero contro la regionalizzazione della scuola pubblica. Lo ripeto, non contro o favore dei sindacati confederali, autonomi o di base che lo hanno indetto o hanno aderito in un secondo momento.
LA CATEGORIA
È uno sciopero che non riguarda solo una parte della categoria legata a specifici interessi o sindacalizzata ma interessa tutti i docenti del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole iscritti. E non iscritti ai sindacati, contro l’autonomia delle differenze territoriali che prima ancora che come insegnanti ci dovrebbe interessare e indignare come cittadini italiani consapevoli dei rischi di un’autonomia differenziata comporta sul piano sociale, economico e politico. Una riforma dettata da logiche particolaristiche per cui in futuro il nostro destino di italiani sarà legato alla nostra residenza. Dovremmo essere tutti indignati e restiamo invece tutti inerti, indifferenti, cercando una motivazione logica o plausibile, una scusa per non scioperare. Incapaci di vedere oltre i nostri interessi vertenziali ( il precario, il concorso speciale, la terza fascia, la Gae, il deportato, l’idoneo, il pensionando, ecc..).
LA POLEMICA
La polemica contro o a favore dei sindacati in questa circostanza non mi interessa. La trovo strumentale, sindacati confederali, autonomi e di base di cui riconosco l’importanza per me hanno bisogno di autoriformarsi in trasparenza, democrazia , in rappresentanza. E in classe dirigente e hanno bisogno di farlo in fretta.
Non scioperiamo dunque per i sindacati e non dobbiamo confondere il fine. Cioè la lotta alla regionalizzazione della scuola con il mezzo, il sindacato appunto. Il nostro antagonista ora non è il sindacato ma quella parte del governo che vuole a tutti i costi realizzare l’autonomia differenziata dopo le Europee.