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Bussetti invoca tempi veloci per il nuovo concorso a cattedra ma non ha assunto ancora gli idonei di quelli già banditi

Anief ha da tempo illustrato proposte emendative per assumere subito, ma la politica non ha dato mai ascolto. Ora sembra che qualcosa si muova. Ad ogni modo senza riapertura delle GaE, l’Italia rischia di avviare un nuovo anno scolastico senza cattedre coperte

“In questo momento abbiamo la necessità di stabilizzare i nostri docenti e quindi abbiamo avviato con l’ultima legge finanziaria i presupposti per avviare in tempi anche veloci le procedure di reclutamento per i docenti”: ancora un annuncio del Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che cozza con la realtà, fatta di concorsi-lumaca e di impossibilità di vedere in cattedra i vincitori del concorso a cattedra 2019 la prossima estate e forse nemmeno la successiva.

Basta dire che per la procedura del 2016, sia il M5S sia la Lega hanno avanzato richiesta di proroga sulla scadenza naturale delle graduatorie di merito. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, afferma che “il paradosso è che ci sono decine di migliaia di posti vacanti, ma rimangono vuoti perché il personale non è stato collocato nelle graduatorie utili da un’amministrazione scolastica sempre più nel pallone.

A sottolineare l’incongruenza nelle parole del titolare del Miur è la stampa specializzata: Orizzonte Scuola scrive che mentre il Ministro dell’Istruzione parla di “tempi veloci per il concorso della scuola secondaria, ancora una volta non c’è la data per l’avvio delle procedure”. Si tratta di una mancanza decisamente grave. Ancora di più se è vero che, continua la rivista, “l’ipotesi più plausibile e auspicabile rimane quella di un bando massimo entro settembre 2019”.

I PRECEDENTI PARLANO CHIARO

Se si guarda alla serie storica degli ultimi concorsi, si scopre che concludere in meno di un anno un concorso a cattedra, al quale tra l’altro si prevede una partecipazione record, considerando che finalmente sarà aperto anche ai non abilitati all’insegnamento, è un’impresa quasi impossibile. E le procedure, oltre che lente, non garantiscono le immissioni in ruolo di vincitori e idonei.

L’ultimo esempio è quello del “DL 59/2017 targato PD aperto solo ai docenti abilitati. Bandito con DDG del 1° febbraio 2018: consisteva in un’unica prova orale. Nonostante la semplicità della procedura, in alcune regioni non è ancora concluso”. Poi abbiamo il concorso del 2016, “anche questo aperto solo ai docenti abilitati, bandito nel febbraio del 2016. Prevedeva prova scritta e orale. Poche regioni hanno concluso in tempo per le immissioni in ruolo 2016/17, tantissime hanno rinviato la graduatoria all’anno successivo”.

MANCATE ASSUNZIONI E TEMPI DILATATI

Sempre riguardo al concorso del 2016, c’è poi da annoverare l’assurdità delle mancate assunzioni, per effetto del decreto Miur del 23 febbraio 2016: migliaia i candidati docenti, vincitori dell’ultimo concorso a cattedra, rischiano fortemente di rimanere al palo, senza possibilità di essere assunti a tempo indeterminato, pur avendo regolarmente partecipato e superato le prove, preselettive e selettive, scritte e orali. Senza la proroga di un anno avanzata solo alcuni giorni fa dal M5S per rendere valide le graduatorie concorsuali, i vincitori e idonei della selezione nazionale del 2016, in migliaia oggi ancora sparsi per l’Italia in attesa di essere immessi in ruolo, la prossima estate avrebbero perso pure la speranza.

Un altro segnale che conferma indirettamente l’allungamento dei tempi del concorso 2016 è anche fornita dalla recente richiesta formulata al Ministero dell’Istruzione da parte del senatore Mario Pittoni (Lega), presidente della VII Commissione Cultura di Palazzo Madama, sulla necessità di estendere per ulteriori due anni le graduatorie di merito: la richiesta è ora in attesa di valutazione.

MARCELLO PACIFICO, PRESIDENTE ANIEF: BASTAVA RIAPRIRE LE GAE

“Il paradosso di questa situazione. Commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. E’ che ci sono decine di migliaia di posti vacanti e disponibili assegnati per le immissioni in ruolo. Ma rimangono vuoti perché il personale non è stato collocato nelle graduatorie utili da un’amministrazione scolastica sempre più nel pallone. Come se non bastasse, ci sono poi un numero ancora maggiore di posti liberi. Collocati in organico di fatto anziché di diritto, così si continuano ad assegnare in supplenza facendo risparmiare lo Stato. Ma a spese dell’efficienza scolastica. E pensare che per evitare tutto questo. Conclude Pacifico. Sarebbe bastato riaprire le GaE e abolire il limite relativo all’idoneità conseguita nei concorsi come più volte richiesto da Anief in Parlamento”.

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