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Docenti italiani: i meno pagati dallo Stato e i più vecchi di tutti con oltre 52 anni d’età

La Ragioneria dello Stato, con il Conto annuale, sancisce quello che Anief sostiene da tempo. Tra il 2011 e il 2018 il blocco dei contratti ha prodotto una perdita di quasi 1.900 euro a lavoratore. Se si pensa che il Governo precedente ha pensato di cavarsela con 85 euro medi di aumento. Tra i 37 e i 52 euro netti.

Più degli arretrati-mancia di poche centinaia di euro, assume connotati più nitidi la pochezza degli stipendi di chi opera nella scuola pubblica. La stessa Ragioneria dello Stato dice: “è evidente la generalizzata riduzione del costo del lavoro”. Non c’è quindi nulla di cui meravigliarsi se poi i lavoratori della Scuola, docenti e personale Ata figurano i meno remunerati dello Stato. E le insegnanti sono anche quelle con l’età più avanzata in Europa.

Marcello Pacifico (Anief). “Serve una svolta, la docenza non si può valorizzare con le mance. E va collocata tra le professioni usuranti, facendola rientrare nell’Ape Social. Senza le ingiuste decurtazioni applicate con ‘quota 100’. A tal proposito, solo tre giorni fa il Consiglio nazionale Anief, riunito a Roma ha indicato al Governo come reperire le risorse utili per garantire aumenti minimi mensili di 200 euro. Per rispondere all’impoverimento degli stipendi e per predisporre il passaggio di livello funzionale del personale Ata: basterebbe utilizzare i risparmi di spesa già destinati dalla legge alla carriera del docente e al settore scolastico.

COMUNICATO STAMPA ANIEF

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